Ostacoli all’accordo sugli ostaggi: tensioni tra Israele e Hamas
I negoziati tra Israele e Hamas per un accordo sul rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza sembrano ancora una volta in fase di stallo. Secondo fonti egiziane, riportate dal quotidiano libanese Al-Akhbar, diverse condizioni poste da Tel Aviv ostacolano il progresso di questo accordo, nonostante la speranza di una tregua imminente.
Tra le varie major, Israele continua a rifiutare il rilascio di Marwan Barghouti, figura emblematica di Fatah, nell’ambito di questo scambio. Sebbene Hamas sostenga da tempo il suo rilascio, Tel Aviv ha mantenuto una posizione ferma, temendo che la mossa possa portare a conseguenze politiche negative in Cisgiordania.
Le differenze riguardano anche l’area strategica del corridoio di Filadelfia, a sud della Striscia di Gaza. Israele insiste nel mantenerne il controllo parziale per prevenire qualsiasi futuro riarmo di Hamas. Questo punto è visto come una violazione della sovranità palestinese da parte del movimento islamico.
Secondo i funzionari egiziani coinvolti nella mediazione, Israele si offre di rilasciare un certo numero di prigionieri palestinesi, ma a condizione che siano mandati all’estero anziché nei territori palestinesi. Questa condizione, definita inaccettabile da Hamas, mira a limitare la sua influenza politica nella regione.
Inoltre, secondo quanto riferito, Tel Aviv sta valutando la possibilità di creare elenchi di prigionieri alternativi, compresi individui recentemente arrestati. Questo approccio potrebbe ritardare ulteriormente la firma dell’accordo. Nel frattempo, le discussioni sul graduale ritiro delle forze israeliane da Gaza e sul loro ridispiegamento continuano a dividere i partiti.
L’Egitto e gli Stati Uniti svolgono un ruolo fondamentale nei colloqui, cercando di superare questi ostacoli. Gli egiziani sperano che Washington aumenti la pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, considerato un attore chiave nel bloccare le discussioni. L’obiettivo: concludere un accordo entro la fine dell’anno.
Nonostante le tensioni, un funzionario di Hamas ha recentemente dichiarato ad Asharq Al-Awsat che esisteva “un’eccellente opportunità” per ottenere uno scambio di prigionieri e una tregua. Secondo lui, presto potrebbe essere annunciato un accordo in tre fasi, che prevede la pausa nei combattimenti e il rilascio graduale degli ostaggi civili.
La prima fase dell’accordo prevederebbe un cessate il fuoco temporaneo da sei a otto settimane e il rilascio di almeno 20 ostaggi civili, compresi alcuni con doppia nazionalità. In cambio, Israele rilascerebbe un minimo di 100 prigionieri palestinesi e permetterebbe a centinaia di camion di aiuti umanitari di entrare a Gaza.
La seconda fase dei negoziati si concentrerà sugli ostaggi militari e sullo scambio dei corpi dei defunti. Israele, da parte sua, fornirebbe un elenco dei prigionieri catturati dopo il 7 ottobre 2023. Nonostante la mancanza di consenso, alcuni punti sembrano fare progressi, inclusa la riapertura dei valichi di frontiera per gli aiuti umanitari sotto supervisione internazionale.
Mentre i colloqui si protraggono, Israele e Hamas si trovano ad affrontare importanti sfide diplomatiche e logistiche. L’esito di questi colloqui potrebbe ridefinire gli equilibri nella regione per i mesi a venire.
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