Un nuovo fenomeno sta colpendo l’abete balsamico, soprannominato anche il “re delle foreste”, che potrebbe diventare sempre più raro nel sud del Quebec entro 20 anni.
“Già nel 2040 potremmo assistere al declino dell’abete balsamico nel sud del Quebec, sostituito da altre specie come il pioppo, la betulla, l’acero zuccherino e la quercia”, spiega Diario Loïc D’Orangeville, professore al Dipartimento di Scienze del Legno e Forestali dell’Università di Laval.
Il ricercatore Loïc D’Orangeville, dell’Università di Laval, è interessato al fenomeno che falcia l’abete balsamico.
Foto di cortesia
Anche se esita a parlare della scomparsa totale di questo albero nelle foreste miste del sud – da Bas-Saint-Laurent a Outaouais – ritiene che diversi popolamenti potrebbero essere vittime di un nuovo fenomeno chiamato morte improvvisa dell’abete. L’albero vede prima i suoi aghi diventare rossi e poi cadere, lasciando solo uno scheletro di rami secchi.
Massacro fino al Maine
“Nel 2017 e nel 2018, innumerevoli abeti in un’area tra il New Brunswick e il Wisconsin sono scomparsi quasi improvvisamente a causa, secondo la nostra ipotesi, di una serie di eventi climatici che sono stati loro fatali”, continua il biologo.
Una primavera calda, un’estate secca e un tardo autunno con poche piogge hanno portato a queste morti di massa, che hanno colpito fino a un terzo degli alberi in alcune foreste.
Il Quebec fu poco colpito da questa improvvisa e massiccia mortalità. Ma questi episodi caldi e secchi sono gli scenari attesi nei prossimi decenni, secondo le proiezioni dei climatologi. “Questo è ciò che ci aspetta nei prossimi anni”, lamenta l’esperto.
Non è la fine ovunque
Con il suo allievo del master James Broom – ora presso il British Forest Service – e collaboratori del New Brunswick, studiò attentamente i fenomeni climatologici che accompagnavano queste mortalità. I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiere nelle foreste e possibilità globali nell’ottobre 2024.
Aree più colpite dalla morte improvvisa dell’abete balsamico.
Foto J. Scopa, AR Taylor, L. D’Orangeville
Secondo il professor D’Orangeville, le grandi foreste in cui domina l’abete balsamico, ad esempio nella riserva naturale Laurentides, sarebbero meno colpite da questa minaccia. “Dove potrebbe far male è nelle foreste miste dove l’abete è solo una delle specie presenti. Scomparendo lascia spazio agli altri”.
Esistono soluzioni a questo declino. Oltre a quelle consistenti nella lotta al cambiamento climatico, dovremmo pensare ora al reimpianto dell’abete balsamico, che troppo spesso diamo per scontato nella foresta boreale. “È un albero molto resistente capace di adattarsi a condizioni difficili, ma periodi di siccità e caldo ne rivelano la vulnerabilità”, conclude il biologo.
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