Brigitte Challande, 11 dicembre 2024. Informazioni nel rapporto inviato da Abu Amir il 10 dicembre 2024.
“Gaza continua a sprofondare in una delle sue peggiori crisi umanitarie, dove i suoi residenti, soprattutto gli sfollati interni, sopportano condizioni dure oltre la tolleranza umana. Di fronte al blocco permanente e all’escalation dell’aggressione israeliana, la sopravvivenza è diventata una sfida quotidiana per tutti. La crisi, che ha colpito tutti gli aspetti della vita nella Striscia di Gaza, evidenzia sofferenze senza precedenti mentre le emergenze umanitarie peggiorano insieme al deterioramento delle condizioni economiche e sociali.
Uno degli aspetti più sorprendenti della crisi umanitaria a Gaza è la continua chiusura dei panifici a causa della grave carenza di farina, che ha portato ad un drammatico aumento dei prezzi. Nonostante un numero limitato di camion di farina che entrano a Gaza per conto dell’UNRWA, le razioni distribuite rimangono insufficienti a soddisfare i bisogni della popolazione. L’UNRWA ha dato priorità alla distribuzione di farina alle famiglie numerose composte da nove o più membri, ritardando le forniture alle famiglie più piccole e causando frustrazione e disperazione in molte famiglie colpite dall’insicurezza alimentare.
Il ruolo delle iniziative umanitarie: un’ancora di salvezza in tempi di crisi
Di fronte a queste terribili condizioni, le iniziative umanitarie organizzate dall’UJFP nei campi per sfollati si sono rivelate preziose. Queste iniziative forniscono un’ancora di salvezza a innumerevoli famiglie che hanno perso tutto. Tra i programmi più importanti c’è il “Programma di alimentazione”, che fornisce pasti pronti a centinaia di famiglie nel campo contadino. L’iniziativa “Inverno riparato” distribuisce tende, teli di plastica e forniture invernali per alleviare il freddo intenso che aggrava la sofferenza degli sfollati, soprattutto bambini e anziani.
Inoltre l’iniziativa “ Pane di speranza » fornisce pane, offrendo sollievo alle famiglie che affrontano gravi carenze alimentari. L’iniziativa” Distribuzione igienica » svolge inoltre un ruolo fondamentale nel mantenimento della pulizia tra gli sfollati, contribuendo a prevenire la diffusione di malattie aggravate dal deterioramento delle condizioni di vita. Questi sforzi evidenziano l’importanza del lavoro umanitario come unica fonte di speranza per gli sfollati in assenza di soluzioni globali alla crisi.
Gli sfollati e il rigore dell’inverno
Con l’inizio dell’inverno, la sofferenza degli sfollati che vivono in tende fatiscenti si è intensificata. Questi rifugi offrono poca o nessuna protezione contro il freddo gelido o la pioggia battente. Donne, bambini e anziani sono i più colpiti da queste condizioni, poiché i campi non dispongono di impianti di riscaldamento o di un adeguato isolamento dagli elementi. Gli sfollati raccontano storie strazianti di notti trascorse in tende gelide sotto coperte sottili che non riescono a proteggerli dal freddo pungente. Queste condizioni hanno favorito la diffusione di malattie, soprattutto tra i bambini affetti da malnutrizione e difese immunitarie indebolite.
L’escalation dell’aggressione israeliana: una catastrofe sempre più profonda
In questa soffocante crisi umanitaria, l’aggressione israeliana contro Gaza continua ad intensificarsi. I continui bombardamenti contro civili disarmati in tutta la Striscia di Gaza si aggiungono al dolore e alla sofferenza della popolazione. Gli attacchi aerei indiscriminati che colpiscono case, rifugi e persino scuole stanno causando sempre più vittime, peggiorando ulteriormente la situazione degli sfollati che non hanno un posto sicuro a cui rivolgersi.
Mentre i media parlano di una possibile tregua, l’intensificarsi degli attacchi da parte dell’esercito israeliano dimostra un palese disprezzo per gli sforzi internazionali volti a stabilire un cessate il fuoco. Gli abitanti di Gaza si trovano intrappolati tra due fuochi: l’aggressione incessante da un lato e la fame e il freddo dall’altro, che rendono la loro vita quotidiana un incubo senza fine in vista.
Una crisi umanitaria globale
Oltre alla carenza di farina e cibo, gli ospedali di Gaza si trovano ad affrontare una grave carenza di medicinali e forniture mediche. I medici si trovano ad affrontare il compito impossibile di scegliere chi merita il trattamento a causa della mancanza di risorse. Le interruzioni di corrente e la carenza di carburante complicano ulteriormente la fornitura di servizi medici, mettendo a rischio la vita di innumerevoli pazienti. La distruzione delle infrastrutture ha reso l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari una lotta quotidiana per i residenti, esacerbandone le sofferenze e aumentando il rischio di epidemie.
Un appello per un’azione internazionale immediata
La situazione catastrofica a Gaza richiede un intervento internazionale urgente. Mere dichiarazioni di condanna e preoccupazione non saranno sufficienti per salvare vite umane; È necessario adottare misure concrete per fornire aiuti umanitari e garantire la protezione dei civili. Gli sforzi diplomatici devono concentrarsi sulla ricerca di soluzioni durature e a lungo termine piuttosto che su tregue temporanee che non affrontino le cause profonde della crisi.
Gaza: un simbolo di resilienza
Nonostante queste dure realtà, Gaza rimane un simbolo di resilienza di fronte alle avversità. Ma la resilienza da sola non basta. La popolazione di Gaza ha bisogno di un sostegno reale per salvarsi da questa catastrofe umanitaria in corso, e non vediamo alcuna strada verso una possibile soluzione. Oggi Gaza grida al mondo: “Quanto durerà questo silenzio? Per quanto tempo la sofferenza dei civili rimarrà irrisolta?’ »
Foto e video ICI.
Un video di un medico entrato recentemente a Gaza con una missione Palmed all’ospedale Al Arabi testimonia di aver sentito bombardamenti nel Nord tutto il giorno, 150 oggi. Precisa che è stato stabilito un confine 3 chilometri a nord e che dall’altra parte stanno morendo quasi 40.000 persone, distese per strada in condizioni di sofferenza atroce, con gli ospedali non più funzionanti.
Trovate tutte le testimonianze di Abu Amir e Marsel:
*Abu Amir Mutasem Eleïwa è coordinatore di Progetti contadini dal 2016 nel sud della Striscia di Gaza e corrispondente per l’Unione ebraica francese per la pace.
*Marcel Alledawi è responsabile del Centro Ibn Sina nel nord della Striscia di Gaza, un centro dedicato al monitoraggio educativo e psicologico dei bambini.
Entrambi sono supportati dall’UJFP in Francia.
228a parte: 21 novembre. 229a parte: 22 novembre. 230a parte: 23 novembre. 231a parte: 24 novembre. 232a parte: 25 novembre. 233a parte: 27 novembre. 234a parte: 28 novembre. 235a parte: 29 novembre. 236a parte: 30 novembre. 237a parte: 1 dicembre. 238a parte: 2 dicembre. 239a parte: 3 dicembre. 240a parte: 4 dicembre. 241a parte: 4-1 dicembre. 242a parte: 5 dicembre. 243a parte: 6 dicembre. 244a parte: 7 dicembre. 245a parte: 8 dicembre 2024.
Un anno di Testimonianze da Gaza dal 20/11/2023 al 20/11/2024, dalla 1a alla 227a parte.
Per partecipare alla raccolta “Emergenza Guerra a Gaza”: HelloAsso.com
Le testimonianze sono pubblicate anche su UJFP, Altermidi e su Le Poing.
L’articolo Testimonianze degli abitanti di Gaza: sopravvivenza quotidiana nell’inferno di Gaza – parte 246 / 10 dicembre – La crisi umanitaria a Gaza: una catastrofe in peggioramento e una lotta duratura è apparso per la prima volta su International Solidarity Movement – ISM-Francia .
Fonte: Ismfrance.org
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