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Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno visto uno slancio particolarmente positivo nel riconoscere la legittimità del bitcoin. Ciò provoca una rottura con la posizione piuttosto anti-cripto che si era sviluppata attraverso regolamenti e numerosi interventi. Tuttavia, la situazione è cambiata per il Tesoro americano, che ha pubblicato un rapporto che riguarda in parte il re delle criptovalute.
La pubblicazione da parte del Tesoro americano di un rapporto fiscale
Recentemente, il Tesoro degli Stati Uniti ha pubblicato il rapporto fiscale del quarto trimestre, relativo all’anno fiscale 2024che si chiama “Asset digitali e mercato del Tesoro“. Organizzato su 25 pagine, il rapporto mira a discutere temi chiave come la crescita delle risorse digitali nel mercato del Tesoro statunitense, gli attuali sforzi interni sulla blockchain e la tokenizzazione e come la blockchain può consentire al Tesoro statunitense di innovare.
Tutti questi temi fanno parte dello sviluppo della finanza digitale negli ultimi anni, possiamo esaminare la parte “Tendenze nella crescita e nell’utilizzo delle risorse digitali”.
>> Notiamo che il Tesoro americano effettua un confronto con altre classi di attività su scale temporali diverse. In un certo senso, ciò garantisce legittimità al mercato delle criptovalute, dimostrando al contempo la sua forte crescita negli ultimi anni.
Bitcoin, riconosciuto come “oro digitale”
Da questo lato, per quanto riguarda le tendenze degli asset digitali, il Tesoro è consapevole dell’importanza delle stablecoin nell’aumento della capitalizzazione di mercato :
“La crescita è arrivata sia dalle criptovalute native come bitcoin ed ethereum, sia dalle stablecoin”
Successivamente nella relazione si legge che:
“Il principale caso d’uso del bitcoin sembra essere una riserva di valore, ovvero l'”oro digitale” in un mondo in cui la finanza è decentralizzata”
Questa affermazione è particolarmente interessante e si avvicina al recente discorso di Jerome Powell qualche giorno prima, quando si riferiva al bitcoin come concorrente dell’oro.
Tra questo discorso e il rapporto del Tesoro, notiamo che bitcoin viene preso più sul serio che mai. Infatti, l’oro ha questa reputazione di riserva di valore storica, che ha attraversato i millenni. Il posizionamento di istituzioni e personaggi politici di grande rilievo non è un evento da prendere alla leggera per il futuro del re delle criptovalute.
Altcoins, menzionato anche nel rapporto
In questa stessa relazione risiede una parte intitolata “Cosa sono le stablecoin e perché stanno crescendo?“. Con a sviluppo specifico sul loro rapido sviluppo e guadagno di popolaritàin particolare in relazione alla finanza decentralizzata, il Tesoro americano evidenzia un diagramma di intesa riguardante i diversi casi d’uso.
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Spiegando il ruolo essenziale delle stablecoin nell’intermediazione dei mercati degli asset digitali (mentre prima lo era il bitcoin), questo spiega questo crescente distinzione tra questa classe di asset e il re delle criptovalute come riserva di valore. Ne risulta quindi un paragone con l’oro sempre più diffuso per quanto riguarda le diverse proprietà tecniche del bitcoin.
Correlazione tra buoni del Tesoro e sviluppo delle stablecoin
Questa parte sulle stablecoin è molto interessante, ci regala ti permette di fare riferimento a un punto sollevato dal Tesoro americano nel rapporto riguardante il mercato delle criptovalute spiegando che lui:
“non sembra aver cannibalizzato la domanda di buoni del Tesoro”
Ciò è spiegato principalmente da esposizione a buoni del Tesoro di emittenti di valuta digitale come Circle, Tether e altri al fine di costruire le proprie riserve e garanzie collaterali. Ciò fornisce stabilità al valore dei loro asset, evitando così una perdita di ancoraggio per far fronte a periodi di elevata volatilità e pressioni di vendita.
Questo paragone tra il Tesoro americano e l’oro potrebbe portare una nuova ondata di operatori sul mercatoincoraggiando al contempo un numero crescente di stati americani ad acquisire esposizione a questo asset. La fine del 2024 è movimentata e non sembra pronta a fermarsi, il che apre grandi prospettive per l’anno 2025, quando avrà luogo l’insediamento di Trump.
Fonti: Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti
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