Dietro lo splendore dell’oro a volte si nascondono delle ombre. Barrick Gold, il gigante canadese dell’industria mineraria, si trova al centro degli scandali finanziari nell’Africa occidentale. Tra il Mali, dove il suo amministratore delegato è sotto mandato di arresto, e il Senegal, dove è riemerso un caso fiscale esplosivo, gli affari della Barrick continuano a incuriosire autorità e opinione pubblica.
Mandati di arresto a Bamako: la giustizia che colpisce duro
Il 2 dicembre 2024, la giustizia maliana ha emesso due mandati di arresto contro Mark Bristow, amministratore delegato di Barrick Gold, e Cheick Abass Coulibaly, direttore generale del complesso minerario di Loulo-Gounkoto. Sono accusati di riciclaggio di denaro e di violazione delle norme finanziarie UEMOA tra il 2019 e il 2023. Un provvedimento che arriva dopo che quattro dipendenti della Barrick Gold erano già stati incarcerati.
Queste accuse, che mirano a far luce su pratiche finanziarie opache, ricordano che le attività minerarie della Barrick Gold nel continente africano sono state spesso segnate da controversie.
Senegal: una cartella fiscale sepolta che riemerge / Cifre che non quadrano
In Senegal, le attuali autorità stanno riaprendo un grosso dossier fiscale risalente al 2020. Nel maggio di quest’anno, la Barrick Gold è stata rivalutata dalle autorità fiscali per una cifra astronomica di 122 miliardi di FCFA. Una somma legata a una serie di operazioni complesse, tra cui la vendita di azioni della miniera d’oro di Massaua a Teranga Gold nel 2019.
Secondo Libération, questa transazione è stata orchestrata tramite un paradiso fiscale, Jersey, per massimizzare i profitti eludendo le tasse locali. Nonostante le prove accumulate dal fisco senegalese, la vicenda aveva misteriosamente perso intensità. A seguito di un arbitrato internazionale e di un’intensa campagna mediatica, la Barrick Gold alla fine ha pagato solo 9,6 miliardi di FCFA, una piccola frazione dell’importo inizialmente richiesto.
Le aree grigie di uno stallo fiscale
Questa spettacolare riduzione dell’aggiustamento fiscale incuriosisce le attuali autorità senegalesi. Come ridurre tale somma a meno di 10 miliardi? Sono in corso indagini presso l’OFNAC (Ufficio nazionale per la lotta alla frode e alla corruzione) e l’IGE (Ispettorato generale dello Stato). Queste indagini mirano a determinare se sotto il vecchio regime si siano verificati compromessi.
Ricordiamo che Barrick Gold ha annunciato la vendita delle sue azioni a Teranga Gold per un importo di 300 milioni di dollari, accompagnate da 20,7 milioni di azioni Teranga e un corrispettivo futuro di 50 milioni di dollari. Queste transazioni avrebbero dovuto comportare il pagamento immediato dell’imposta sulle plusvalenze, in conformità con il Codice fiscale generale senegalese. Ma questo obbligo sembra essere stato eluso.
Una trasparenza ancora illusoria
Gli scandali che circondano la Barrick Gold mettono in luce la complessità dei rapporti tra multinazionali minerarie e stati africani. Se il Mali sembra deciso a opporsi alla multinazionale, il Senegal cerca ancora di chiarire le zone grigie del suo recente passato.
Come nota Libération, la grande domanda rimane: “Come si è trasformato un aggiustamento fiscale di 122 miliardi di FCFA in un semplice pagamento di 9 miliardi? » La risposta potrebbe trovarsi nei cassetti delle autorità anticorruzione, che promettono di far luce sulla vicenda.
Per ora, Barrick Gold rimane sotto i riflettori e le sue pratiche in Africa continuano a sollevare interrogativi sulla vera trasparenza nel settore minerario.
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