Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di rivedere una disputa legale di lunga data sulla possibilità che i cittadini statunitensi uccisi o feriti negli attacchi in Medio Oriente possano citare in giudizio le autorità palestinesi nei tribunali statunitensi. Il caso riguarda azioni legali intentate dalle vittime e dalle loro famiglie contro l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e l’Autorità Palestinese (AP). Nonostante i ripetuti sforzi del Congresso per consentire che questi casi andassero avanti, la corte d’appello federale di New York si è costantemente pronunciata a favore dei gruppi palestinesi.
Più di recente, la Corte d’Appello del 2° Circuito ha annullato una legge del 2019 appositamente progettata per autorizzare queste cause, dichiarandola incostituzionale. La corte ha ritenuto che la legge privasse l’OLP e l’Autorità palestinese di un giusto processo legale.
Gli attacchi in questione includono incidenti avvenuti nei primi anni 2000 che hanno causato la morte di 33 persone e centinaia di feriti, nonché un attacco con accoltellamento del 2018 che ha ucciso un residente nato negli Stati Uniti in Giudea e Samaria fuori da un centro commerciale.
La battaglia legale è iniziata nel 2016, quando il 2° Circuito ha ribaltato il risarcimento di 654 milioni di dollari assegnato da una giuria alle vittime, stabilendo che i tribunali statunitensi non avevano giurisdizione sui gruppi con sede all’estero per attacchi che non erano specificatamente mirati agli Stati Uniti.
Quel caso riguardava sei attacchi per i quali una giuria ritenne responsabili l’OLP e l’Autorità Palestinese, assegnando 218 milioni di dollari di danni, automaticamente triplicati secondo la legge antiterrorismo.
Dopo che la Corte Suprema si è rifiutata di esaminare l’appello delle vittime nel 2018, il Congresso ha nuovamente modificato la legge nel 2019 per garantire che le vittime potessero portare avanti i loro appelli. Le discussioni orali dovrebbero svolgersi in primavera.
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