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tre domande sulle teorie complottiste sull’incendio e sulla ricostruzione della cattedrale

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Notre-Dame trasformata durante la ricostruzione in un tempio massonico: è questa la principale teoria che agita gli ambienti complottisti dopo che sono state rivelate le prime immagini della cattedrale rinnovata. Con l’avvicinarsi della riapertura della cattedrale, queste teorie, emerse durante l’incendio del 2019, sono riemerse.

Secondo loro, sono stati aggiunti simboli massonici, e alcuni addirittura aggiungono che Emmanuel Macron, durante la sua visita alla cattedrale rinnovata, ha formato con le dita un triangolo “massonico”. Franceinfo ha intervistato due esperti di teorie del complotto.

1 Su quali elementi si basa questa teoria?

Gli argomenti principali sviluppati nei circoli cospirazionisti riguardano i dettagli architettonici della cattedrale rinnovata. Quelli che emergono più spesso riguardano in particolare il pavimento della cattedrale, a scacchiera bianca e nera, che sarebbe tipico delle logge massoniche, e metafora del bene e del male. Altri sottolineano la volta stellata presente sull’oculo, all’altezza della chiave di volta, presentandola come “un simbolo onnipresente delle logge massoniche”. Anche il nuovo altare e il reliquiario vengono individuati come simboli massonici o cabalistici.

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L’occhio della provvidenza, simbolo interpretato dai teorici della cospirazione come simbolo massonico, che in realtà è un segno religioso. Ecco, quello della chiesa di Saint-Gervais, in Alta Savoia. (PASCAL DELOCHE/LEEMAGE VIA AFP)

Ma non è così secondo Rudy Reichstadt, direttore del sito web Conspiracy Watch: “Non bisogna proprio andare spesso nelle chiese per non sapere che sono simboli, sì, ma simboli cristiani, in realtà. L’occhio della provvidenza, la volta stellata, questi sono simboli che abbiamo trovato in molte chiese.”

2 Qual è l’origine di questa teoria?

Questa teoria del complotto attorno a Notre-Dame circola dall’incendio dell’aprile 2019, un classico modello di cospirazione, spiega Tristan Mendes-, professore associato all’Università di Parigi, specializzato in culture digitali: “In ogni momento di crisi, un evento importante, un attacco o un incidente, c’è immediatamente un ribollire sistematico di cospirazione che cercherà di mettere in discussione quella che percepiscono come ‘la narrativa ufficiale’.”

“Abbiamo visto riutilizzato, sull’incendio di Notre-Dame, l’argomento della ‘demolizione controllata’ già utilizzato dai cospiratori dell’11 settembre.”

Rudy Reichstadt

su franceinfo

E più che una messa in discussione della narrazione ufficiale, “l’obiettivo è mettere dietro un’agenda nascosta, precisa Tristan Mendes-France. E lì ogni comunità proietterà la propria fantasia, ci sono diverse storie di cospirazione legate a questo dramma di Notre-Dame.”

3 Qual è l’idea dietro questa storia?

Anche in questo caso bisogna risalire alle origini, all’incendio di Notre-Dame per capirlo, spiega Tristan Mendes-France: “C’è in questa sequenza una parte della complosfera piuttosto di estrema destra, molto attaccata ai simboli della religione cattolica, che è perfettamente legittima in sé, ma che cercherà di vedere dietro questo incidente un piano di coloro che vogliono distruggere il cristianesimo , il cattolicesimo, e dietro quella civiltà francese.” E questa stessa frangia cospiratoria aggiunge quindi a questa idea di distruzione nel 2019 quella della sostituzione di questi simboli che considerano massonici della religione cattolica con un’altra ideologia, essendo la Massoneria spesso vista come legata al paganesimo, persino al satanismo.

Tuttavia, oltre all’appropriazione indebita di simboli che in realtà sono religiosi, c’è una grande incoerenza in questa storia cospiratoria secondo Rudy Reichstadt: “C’è un grande paradosso. Se vogliamo scristianizzare la Francia bruciando le cattedrali, non le ricostruiamo. Se davvero c’è stato un progetto di scristianizzazione, quelli dietro hanno sbagliato molto!”

Quanto al presunto simbolo massonico che Emmanuel Macron avrebbe creato durante la sua visita alla cattedrale, Tristan Mendes-France respinge l’ipotesi: “È uno sport internazionale della complosfera trovare in una personalità un segno, un simbolo che avrebbe potuto rappresentare davanti a una macchina fotografica. È un grande classico, c’è ben poca sorpresa nel vederlo riattivato oggi.”