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Morte di Lucas, 25 anni, al pronto soccorso di Hyères: un verbale evidenzia il ritardo nella diagnosi

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Nel 2023, un giovane di 25 anni è morto all’ospedale di Hyères dopo ore trascorse al pronto soccorso, vittima di un’infezione meningococcica invasiva.

Questo venerdì, un rapporto dell’Ispettorato generale degli affari sociali evidenzia “diverse disfunzioni” nella sua gestione.

Un ritardo sottolineato. Nell’ottobre 2023, Lucas, 25 anni, è morto al pronto soccorso di Hyères (Var), vittima di un’infezione meningococcica invasiva. Questo venerdì l’Ispettorato generale degli affari sociali (Igas) ha pubblicato un rapporto sull’argomento “diversi malfunzionamenti” avendo generato “ritardi e difficoltà nella gestione” del paziente. La perizia sottolinea in particolare il ritardo impiegato dal servizio nel diagnosticare la patologia di cui soffriva il giovane.

La gravità dello stato di salute “sottovalutata”

“La prima visita medica avviene quasi quattro ore dopo il triage iniziale” (la prima visita da parte di un’infermiera), mentre i dati raccolti dall’infermiera d’accoglienza e di orientamento avrebbero dovuto portare ad una visita da parte di un medico entro due ore al massimo, rileva in particolare l’Igas. “A livello di triage, non tutte le informazioni vengono raccolte”in particolare alcuni sintomi notati dalle squadre di Samu. “Durante il trattamento, i segnali d’allarme non innescano sistematicamente un’azione specifica”si legge anche nel rapporto, rilevandolo “trascrizione” informazioni nella cartella del paziente “non è sistematico”.

Il triage, effettuato nel frattempo da due caregiver, “sottovalutato la gravità” del suo stato di salute, rileva inoltre l’Igas, che constata un ritardo nell’invio delle analisi biologiche al laboratorio situato a Tolone, rispetto alle procedure previste. Gli specialisti intervistati dalla missione ritengono, alla luce del dossier, che Lucas avrebbe dovuto beneficiare di a “monitoraggio attento delle costanti vitali”e che la diagnosi avrebbe dovuto essere menzionata quando le sue condizioni erano peggiorate. Tuttavia, non lo fanno “può sostenere che l’implementazione è anticipata” le manovre di rianimazione avrebbero evitato un esito fatale.

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Il rapporto precisa inoltre che quel giorno i pronto soccorso di Hyères hanno accolto 114 pazienti, contro una media annua di 96 al giorno, durante un intenso periodo estivo in cui gli altri servizi di emergenza del Var erano sotto pressione. Igas sottolinea che l’ospedale ha messo in atto un piano d’azione dopo la tragedia “coerente” per il pronto soccorso, come la riapertura dei letti geriatrici di breve degenza (la loro assenza aveva contribuito alla congestione del reparto il giorno della tragedia) o la creazione di un posto di assistente infermieristico.


IN con AFP

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