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Il dollaro ha fatto venire il mal di mare ai trader di cambio

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La valuta americana ha vissuto un pomeriggio volatile sulla scia delle statistiche americane. Il dollaro ha perso lo 0,30% a 1,0554 dopo aver toccato un minimo di sessione di 1,063 dollari. Inizialmente è diminuito dopo la pubblicazione del rapporto sull’occupazione a novembre. Il settore non agricolo ha creato 227.000 posti di lavoro mentre se ne prevedevano 202.000. Nel mese di ottobre erano 36.000. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,2%, in linea con le aspettative dopo il 4,1% del mese precedente.

Per Lombard Odier Investment Managers, questo rapporto “suggerisce una continuazione dell’attuale tendenza economica”, con la Fed “che probabilmente continuerà l’attuale normalizzazione dei tassi”. La possibilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre “resta fermamente sul tavolo ma deve essere vista con sfumature”, con la banca centrale ora “molto vicina a sospendere il processo di normalizzazione, in attesa di vedere cosa accadrà nel prossimo ciclo economico”, precisa il dirigente.

Quel rapporto è stato seguito un’ora e mezza dopo da un indice sulla fiducia dei consumatori di dicembre migliore del previsto elaborato dall’Università del Michigan. Si è attestato a 74 a dicembre, contro un consenso di 73,1, dopo 71,8 a novembre. Le aspettative di inflazione su 12 mesi e cinque anni si attestavano rispettivamente al 2,9% e al 3,1% contro le stime di consenso del 2,7% e del 3,1%. Queste statistiche hanno rianimato la valuta americana.

Secondo lo strumento FedWatch del CME, la probabilità di un taglio dei tassi della Fed di 25 punti base il 18 dicembre si avvicina al 90%.

fonte: AOF

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