Dopo un pomeriggio di interventi in Assemblea, mercoledì 4 dicembre i deputati hanno rovesciato il governo con 331 voti, segnando la caduta del Primo Ministro e del suo governo. Poco dopo le 10 di questo giovedì, Michel Barnier è arrivato all’Eliseo per presentare le sue dimissioni a Emmanuel Macron.
E adesso? Il giorno dopo la storica censura, Michel Barnier ha presentato giovedì le sue dimissioni a Emmanuel Macron che parlerà in televisione alle 20 per cercare di impostare la rotta mentre inizia un periodo politico di rara incertezza. Quando sarà nominato il nuovo Primo Ministro? L’entourage del capo dello Stato non ha fornito dettagli, ma diversi conoscenti del presidente hanno confidato che intende farlo rapidamente, a differenza dei quasi due mesi necessari quest’estate per nominare Michel Barnier.
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Un nuovo Primo Ministro giovedì sera?
La Francia potrebbe quindi avere un nuovo capo del governo giovedì sera? “Non ha scelta”, dice qualcuno vicino a Emmanuel Macron. Perché con la caduta di Michel Barnier, la crisi politica aperta con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale il 9 giugno ha raggiunto un traguardo senza precedenti. Per la prima volta dal 1962, un Primo Ministro è stato rovesciato dall’Assemblea Nazionale dopo essersi assunto la responsabilità.
Lo schiaffo è tanto più grave per l’ex commissario europeo in quanto è stato destituito da una larga maggioranza di 331 deputati. Affronto finale: Michel Barnier detiene ora il poco invidiabile record di brevità a Matignon sotto la Quinta Repubblica.
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Informazioni da ricordare:
- Michel Barnier presenterà giovedì le sue dimissioni a Emmanuel Macron
- Emmanuel Macron parlerà alle 20 in televisione
- Cinque nomi menzionati per succedere a Michel Barnier a Matignon
- LFI chiede “elezioni presidenziali anticipate”
- LR “non farà cadere” il futuro governo anche se non vi partecipa
Michel Barnier è arrivato all’Eliseo per presentare le sue dimissioni a Emmanuel Macron
All’indomani della censura del suo governo, Michel Barnier è arrivato giovedì mattina all’Eliseo per presentare le sue dimissioni a Emmanuel Macron, conformemente all’articolo 50 della Costituzione. Il capo dello Stato dovrà parlare alle 20:00.
“Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni”
Privo di miccia, Emmanuel Macron si trova ora ad affrontare una raffica di attacchi. Subito dopo la censura, la capo dei deputati della France insoumise, Mathilde Panot, ha chiesto “elezioni presidenziali anticipate”. “Anche con un Barnier ogni tre mesi, Macron non durerà tre anni”, ha aggiunto Jean-Luc Mélenchon.
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Se Marine Le Pen dal canto suo non ha chiesto formalmente le dimissioni del presidente, ha stimato che “la pressione” su di lei “sarà ovviamente sempre più forte” se “non prenderemo la voce del rispetto degli elettori”. In un’intervista alle 20 su TF1, la leader del Partito della Fiamma ha anche assicurato che lei e il suo popolo “lasceranno lavorare il futuro primo ministro”, per “co-costruire” un bilancio “accettabile per tutti”.
LR “non farà cadere” il futuro governo anche se non vi partecipa
I repubblicani non “faranno cadere” il futuro governo anche se decidessero di non parteciparvi, ha dichiarato giovedì a France 2 il loro leader all’Assemblea Laurent Wauquiez “Non saremo bloccati, non saremo nella strategia di il peggio (…), non faremo cadere il governo, non faremo quello che ha fatto Marine Le Pen”, ha dichiarato Wauquiez, condizionando la partecipazione di LR al futuro governo in base alle priorità che saranno mettere in tavola.
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Chi per Matignon?
Si tratta ora del Capo dello Stato di risolvere la quadratura del cerchio, tra rinnovare la “base comune” tra macronisti e LR o ampliarne i contorni per creare una coalizione di governo meglio attrezzata per resistere a un futuro tentativo di censura.
Perché le crepe minacciano un edificio già fragile: Laurent Wauquiez (LR) ha dichiarato che l’impegno del suo partito a settembre nella coalizione di governo “valeva solo per Michel Barnier”, quando Gabriel Attal (Rinascimento) ha proposto un accordo di “non censura” con il PS per sfuggire alla supervisione della Marina Militare.
Il capo dei deputati macronisti riunirà giovedì mattina i massimi esponenti di Rinascimento, si apprende da una fonte parlamentare. L’equazione è tanto più complessa in quanto un nuovo scioglimento e nuove elezioni legislative non potranno aver luogo prima di luglio.
Fino ad allora, chi per Matignon? Circolano i nomi del presidente del MoDem François Bayrou, del ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu, del LR Xavier Bertrand, dell’ex primo ministro socialista Bernard Cazeneuve e del sindaco di Troyes François Baroin.
Macron invita a “non avere paura”
Oggetto di speculazioni sono anche il ministro dell’Interno di estrema destra Bruno Retailleau, considerato talvolta vicino alle idee del RN, o lo storico macronista Roland Lescure, legato al ramo socialdemocratico del Rinascimento. Il compito del futuro titolare si preannuncia comunque immenso: nel suo discorso davanti all’Assemblea che si preparava a dimetterlo, Michel Barnier ha avvertito che la “realtà” di bilancio non “scomparirà sotto l’incantesimo di una mozione di censura”.
Previsto al 6,1% del Pil nel 2024, molto più alto del 4,4% previsto per l’autunno 2023, il disavanzo pubblico mancherebbe il suo obiettivo del 5% in assenza di un bilancio, e l’incertezza politica peserebbe sul costo del debito e della crescita.
Emmanuel Macron, che martedì aveva invitato a “non spaventare”, giovedì sera dovrà essere convincente per rassicurare. Una missione tanto più difficile dato che la sua popolarità è ai livelli più bassi da quando è salito al potere nel 2017, o dalla crisi dei gilet gialli l’anno successivo, secondo i barometri.