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che impatto ha la mozione di censura sulle vostre pensioni?

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In vista un aumento delle pensioni del 2,2%? Questo è lo scenario che si presenterebbe qualora venisse adottata una delle mozioni di censura presentate contro il governo Barnier. Uno sguardo alla situazione politica e di bilancio tesa che potrebbe cambiare il destino dei pensionati.

Mercoledì 4 dicembre 2024, l’Assemblea nazionale discute due mozioni di censura che potrebbero rovesciare il governo di Michel Barnier. In gioco: l’adozione del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale (PLFSS) per il 2025, un testo che prevede misure controverse sulle pensioni. Tra questi, una parziale deindicizzazione delle pensioni, limitandone la rivalutazione allo 0,8% a gennaio, e un aumento differito per i pensionati di piccola entità. Se cade il governo, il PLFSS potrebbe essere abbandonato, lasciando spazio ad una rivalutazione automatica delle pensioni in base all’inflazione, stimata in 2,2%.

Deindicizzazione delle pensioni sotto il fuoco dei critici

Il PLFSS 2025, adottato anche attraverso l’articolo 49.3 della Costituzione, prevedeva un limitato aumento delle pensioni in due fasi:

  • +0,8% da gennaio 2025 per tutti i pensionati.
  • Un secondo aumento di +0,8% a luglio 2025riservato alle pensioni inferiori a 1.500 euro lordi mensili.

Questa deindicizzazione delle pensioni, che dovrebbe consentire al governo di risparmiare quasi 3,5 miliardi di euro, suscita una forte opposizione. Il Raggruppamento Nazionale (RN) e La Insoumise (LFI) hanno immediatamente reagito presentando ciascuno una mozione di censura. Marine Le Pen, leader della RN, ha definito questa misura una “tassazione mascherata dei pensionati”.

Verso una rivalutazione modellata sull’inflazione?

In caso di censura, e quindi di abbandono del PLFSS, si applicherebbero le attuali norme del Codice della Previdenza Sociale. Secondo François Ecalle, specialista in finanza pubblica, ciò significherebbe una rivalutazione basata sull’inflazione annua misurata tra novembre 2023 e ottobre 2024, stimata al 2,2% escludendo il tabacco.

Le implicazioni concrete:

  • Una pensione media di 1.500 euro lordi beneficerebbe di un aumento mensile di 33 eurosolo contro 12 euro con il PLFSS.
  • Per un pensionato che guadagna 2.800 euro lordi, ciò rappresenterebbe un ulteriore guadagno annuo di 672 euro.

Tuttavia, l’assenza del PLFSS complicherebbe la gestione del bilancio e alcuni esperti invitano alla cautela di fronte alle conseguenze istituzionali di un simile scenario.

Di fronte a questa incertezza, i pensionati non hanno aspettato il verdetto parlamentare per farsi sentire. Nove organizzazioni sindacali, tra cui la CGT e Solidaires, hanno organizzato una giornata di mobilitazione nazionale il 3 dicembre 2024. La loro richiesta: una rivalutazione immediata delle pensioni in linea con l’inflazione e un recupero delle perdite accumulate dal 2017.

Ricordiamo che dal 2017 le pensioni sono aumentate solo del 13,6%mentre l’inflazione cumulativa ha raggiunto 19,5%. “Questa discrepanza grava pesantemente sul potere d’acquisto dei pensionati, soprattutto di quelli con redditi modesti”, sottolinea Dominique Libault, presidente del Consiglio superiore per il finanziamento della protezione sociale.

Possibili scenari dopo il voto

  1. Approvazione di una mozione di censura : Il governo verrebbe rovesciato e le pensioni verrebbero automaticamente aumentate al 2,2% a partire dal 1° gennaio 2025.
  2. Mantenere il governo : Entrerebbe in vigore il PLFSS, compresa la deindicizzazione delle pensioni, con un aumento limitato allo 0,8%.
  3. Blocco istituzionale : Senza una maggioranza chiara, il paese potrebbe subire ritardi nell’adozione del bilancio 2025, aprendo la strada a soluzioni temporanee.

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