L’Osservatorio delle disuguaglianze ha pubblicato martedì un vasto studio sulla povertà in Francia. Tra i risultati ci sono i fattori di rischio legati all’età. I giovani, gli anziani, chi sono i più poveri? Elementi di risposta.
I poveri sono innanzitutto giovani, anche giovanissimi. È questa una delle lezioni dell’Osservatorio delle disuguaglianze, che pubblica questo martedì 3 dicembre un vasto studio sulla povertà in Francia. Nel 2022, l’11,4% dei minori di 18 anni vivrà al di sotto della soglia di povertà, fissata al 50% del tenore di vita medio. (1). I giovani tra i 18 e i 29 anni sono appena indietro, con un giovane adulto su dieci colpito.
Più in generale, dei 5,1 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà, 1,5 milioni sono minorenni. Considerando anche gli 804.000 giovani colpiti tra i 18 e i 29 anni, quasi un povero su due (45%) ha meno di 30 anni.
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Ragioni molto diverse
“La situazione dei giovani adulti e quella dei bambini è diversa”, spiega l’Osservatorio sulle disuguaglianze nel suo rapporto. Soprattutto quelli di età compresa tra 18 e 29 anni al di sotto della soglia di povertà hanno “difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. Spesso provengono da genitori provenienti da contesti modesti, poiché il nostro sistema educativo è segnato da disuguaglianze sociali”.
Quanto ai minori, “vivono in famiglie a basso reddito, o a causa della disoccupazione dei genitori o in seguito a una separazione, a volte entrambe”. Secondo uno studio dell’INED (Istituto nazionale per gli studi demografici) del 2023, un bambino su cinque (rispetto al 4% dei bambini che vivono con entrambi i genitori) si ritrova in una famiglia povera, l’anno in cui i genitori si separano. Una situazione che dura poco. Negli anni successivi il tenore di vita generalmente migliora, almeno in parte, quando ad esempio il genitore che alleva i propri figli da solo ritorna in coppia.
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Gli anziani sono meno colpiti ma…
Al contrario, solo l’11,8% dei più poveri ha più di 65 anni, ossia 600.000 persone, pur rappresentando il 21% della popolazione. Anche il tasso di povertà è molto più basso in questa fascia di età, tra il 4% e il 5%. “Sempre più donne terminano la loro vita lavorativa avendo lavorato regolarmente e ricevendo pensioni più alte di prima”, spiega l’Osservatorio delle disuguaglianze.
Gli anziani, invece, si trovano in una situazione di povertà più duratura, “a differenza dei giovani che possono sperare in un futuro migliore”.
(1) Se l’INSEE sceglie invece una soglia di povertà al 60% del tenore di vita mediano (1.216 euro netti al mese), l’Osservatorio delle disuguaglianze opta invece per una soglia al 50% (1.014 euro).
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