L’ex direttrice delle finanze della città di Parigi si dice pronta a governare con le forze del Nuovo Fronte Popolare.
Il governo di Michel Barnier conta le sue ore. Dopo l’approvazione forzata del Primo Ministro sul bilancio della Previdenza sociale con l’utilizzo del 49,3, La France insoumise e il Raggruppamento Nazionale hanno annunciato che presenteranno mozioni di censura. L’esito, che si saprà mercoledì pomeriggio, lascia pochi dubbi: il governo Barnier dovrebbe cadere…
E ancora, visto che sarà il Presidente della Repubblica a dover nominare il prossimo inquilino dell’hotel Matignon, tre mesi dopo la consegna di Gabriel Attal a Michel Barnier.
Se così fosse, chi potrebbe succedere a colui che sarebbe diventato il più breve Primo Ministro della Quinta Repubblica?
Barnier dopo molte trattative
L’estate scorsa, l’ombra di Lucie Castets ha incombeto su Matignon per molte settimane, oscurando i nomi di altri primi ministri come Bernard Cazeneuve, Thierry Beaudet, David Lisnard e Xavier Bertrand. Ma le voci di corridoio, che annunciavano la possibile nomina di un primo ministro della LR, avevano automaticamente escluso il candidato del Nuovo Fronte Popolare.
Alcune fonti sostengono addirittura che Emmanuel Macron si sarebbe rifiutato di nominare il candidato perché un governo guidato dal NFP avrebbe rischiato di abrogare la riforma delle pensioni, aumentare il salario minimo a 1.600 euro e gettare il panico nei mercati finanziari.
Da allora, Lucie Castets, che aveva lasciato le sue funzioni di direttrice delle finanze della Città di Parigi per portare il testimone del PFN, per il quale aveva annunciato di lavorare su base volontaria, ha mantenuto un basso profilo. Ciò che seguì fu la lenta frammentazione del gruppo, con il Partito Socialista e La France insoumise che ora giocavano al gatto col topo.
Esiste ancora un Nuovo Fronte Popolare? Se è così, è difficile immaginare che Madame Castets venga acclamata in caso di caduta del governo Barnier.
Le elezioni presidenziali all’orizzonte
D’altronde, quest’ultima sembra ancora aver voltato pagina su Matignon, visto che punta già il dito contro l’Eliseo. Secondo il suo annuncio di domenica scorsa, in cui con Marine Tondelier, ha chiesto una candidatura congiunta della sinistra per le prossime elezioni presidenziali. “Senza porre questo o quel nome come prerequisito per il lavoro collettivo”, hanno detto le due politiche.
Per la presidente del gruppo LFI all’Assemblea nazionale, Mathilde Panot, non ci sono dubbi: Lucie Castets resta la candidata del PFN.
Questo martedì 3 dicembre, però, quest’ultima ha riaperto la strada per una possibile salita a Matignon. A Franceinfo si dice “disposta a governare con le forze del Nuovo Fronte Popolare e con i leader della società civile che hanno molto da dare in termini di riflessione sulla politica pubblica da perseguire”.
ud83dudd34 u27a1ufe0f “Abbiamo dimostrato la nostra apertura. Non siamo responsabili del fatto che il presidente e il campo governativo abbiano scelto di rivolgersi esclusivamente alla RN, in gran parte per ragioni ideologiche”, afferma Lucie Castets. pic.twitter.com/S5N1DK0NM8
—franceinfo (@franceinfo)
“Se sembra che qualcuno sia più adatto e in una posizione migliore per svolgere questo ruolo di Primo Ministro, non ne farò una questione personale”, ha sottolineato.
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