Secondo i media statali, più di un centinaio di avvocati hanno partecipato al processo d’appello, durato un mese.
L’imprenditrice ha rubato miliardi di dollari in un decennio, attraverso una serie di obbligazioni fraudolente passate attraverso la Saigon Commercial Bank (SCB), di proprietà per oltre il 90% del suo gruppo, Van Thinh Phat, specializzato nel settore immobiliare.
Lo scandalo, di proporzioni storiche, sconvolse l’opinione pubblica vietnamita, provocando manifestazioni eccezionalmente tollerate dal potere comunista. Decine di migliaia di persone che hanno investito i propri risparmi presso SCB hanno perso i propri soldi.
I processi contro il leader illustrano sia l’abbandono del settore bancario, in un periodo di arricchimento rapido e senza precedenti nel Paese, sia la campagna anti-corruzione condotta vigorosamente dalle autorità.
La legge vietnamita consente ai condannati a morte di sfuggire all’esecuzione se vengono restituiti tre quarti dei beni illeciti o in caso di cooperazione ritenuta sufficiente con le autorità.
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