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Censura governativa: Marine Le Pen, il PFN o lo stesso Michel Barnier… chi è il responsabile della probabile caduta del Primo Ministro?

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l’essenziale
Ieri Marine Le Pen ha deciso di far cadere il governo Barnier, ma tutti i partiti politici hanno le loro responsabilità nel probabile fallimento del Primo Ministro.

La scena non si svolge in un maniero inglese ma tra le mura dell’Assemblea Nazionale. Fatta eccezione per questa sfumatura, la caccia al tesoro su chi sarà ritenuto responsabile della caduta del governo Barnier somiglia a un gioco di Cluedo. Chi è il colpevole?

Marine Le Pen è la risposta più ovvia. Prestando i suoi voti alla mozione di censura presentata dalla sinistra, è lei che si prepara a dare il colpo che sarà senza dubbio fatale per l’inquilino di Matignon. La presidente del Raggruppamento Nazionale risponde così ai suoi elettori, il 59% dei quali è favorevole ad una mozione di censura. “Lei alimenta anche la sua narrativa di oppositrice politica”, ci ha spiegato recentemente un ministro, aggiungendo: “se verrà condannata nel suo processo, potrà dire che il potere in carica sta cercando di farla tacere perché è pericolosa”. .”

La rabbia di Marine Le Pen

Ma il Raggruppamento Nazionale non è l’unico responsabile della situazione. Si tratta in realtà di un processo molto più complesso, che coinvolge tutti i partiti politici, quello messo in atto dalla nomina dell’ex commissario europeo a Matignon. In macronie si punta il dito contro la responsabilità del Nuovo Fronte Popolare. “Hanno rifiutato tutte le mani tese da Michel Barnier”, ha assicurato ieri un deputato moderno.

Ma gli stessi macronisti non sono stati di grande aiuto nell’insistere sulle esenzioni tariffarie concesse alle imprese e nel minacciare di far deragliare la Commissione mista se il Primo Ministro non avesse ceduto alle loro richieste. Peggio ancora, il Primo Ministro non poteva contare nemmeno sul proprio partito politico. Laurent Wauquiez, infatti, annunciando sul giornale delle 20 di aver ottenuto da Michel Barnier un aumento delle pensioni il 1° gennaio e non a luglio, ha suscitato l’ira di Marine Le Pen che ne aveva fatto una delle sue principali richieste. “Era estremamente turbata dal fatto che non le fosse stato fatto questo regalo”, ci ha assicurato un deputato.

Infine, lo stesso Michel Barnier ha contribuito al proprio fallimento. Ieri, in una conferenza stampa su quattro colonne, il patron del PS Olivier Faure ha assicurato: “La realtà è che lui (Michel Barnier ndr) non ha mai aperto la porta”. Si è così messa nelle mani del presidente della RN. Ed è questa stessa mano che lo abbatte oggi.

Le dimissioni di Macron

Ma quando chiediamo ai deputati chi è responsabile della situazione, se nel blocco centrale o nelle opposizioni, la risposta è unanime: il colpevole è da ricercare dalla parte dell’Eliseo. “La colpa iniziale è stata quella di non tenere conto del verdetto delle urne. I partiti più severamente sanzionati lo scorso giugno sono quelli che governano”, ha recentemente irritato un deputato di destra che ha così sintetizzato un’osservazione abbastanza diffusa.

Il responsabile sarebbe quindi Emmanuel Macron che, scegliendo un primo ministro LR, ha sbilanciato l’intero assetto democratico. Da qui la domanda posta ora dal Rassemblement National, Insoumise ma anche dal deputato LIOT Charles de Courson o dal sindaco di Meaux Jean-François Copé sulle dimissioni di Emmanuel Macron. Per ora nessuno all’Eliseo ci pensa. Ma un deputato macronista ci ha assicurato questa settimana: “Quando due o tre primi ministri cadranno, il presidente dovrà pensarci attentamente”. Nel frattempo, consiglieri storici come Richard Ferrand e Julien Denormandie sono tornati al Palazzo per aiutare il Presidente a trovare un nuovo Primo Ministro.

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