La rinascita immobiliare osservata a Brest è innanzitutto una risposta (privata e pubblica) alla crisi immobiliare, conseguenza della nuova attrattiva della città. I funzionari eletti, guidati dal sindaco François Cuillandre, tengono a sottolineare che “bisogna crearne 1.300 all'anno per soddisfare i bisogni” in tutta la metropoli. Da diversi anni gli studenti sono tra i più colpiti dalla carenza e sono sorte diverse residenze per alleviarla (solo parzialmente per il momento). Ma sono soprattutto quelli per gli anziani a vivere un boom. Fasce diverse ma sempre più numerose queste residenze servite, assenti qui qualche anno fa, nonostante la recente cancellazione del progetto Bouygues Immobilier, rue de Glasgow.
Gli isolotti si trasformano
Questo bisogno quantitativo di alloggi si combina con la necessità di rinnovare alcuni quartieri e la forza pubblica è, nel complesso, responsabile (autorità locali, principalmente sussidi nazionali). Dopo la ristrutturazione di Pontanézen (ben 105,60 milioni di euro all'inizio degli anni 2010), sono in corso grandi programmi di ricostruzione, in particolare sulla riva destra, a Recouvrance, Quéliverzan e Kerbernier: 210 milioni di euro.
Una riflessione (“Siamorphose”) è in corso per il quartiere storico, riva sinistra, più lusinghiero in facciata ma che mostra i suoi anni anche nel cortile o negli interni. La ricostruzione è avvenuta 70 anni fa, con preoccupazioni diverse e l'urgenza di accogliere la popolazione… Due blocchi serviranno da test e da modello, per altri e forse per altre città della Francia.
Sempre sulla Rive Gauche, sono piuttosto degli isolotti (Chapdelaine ad esempio, in cima a Jaurès) che interi quartieri che si trasformano. Menzioniamo ancora Kerinou. Al via un sistema per i vecchi quartieri, per un budget di 18 milioni di euro tasse escluse. A Lambézellec, il quartiere Menez Bihan, al posto del vecchio Ifac, sta per finire, con case, edifici e residenze per anziani.
Più vicino al porto, l'emblematico palazzetto dello sport e dei divertimenti Marcel-Cerdan è stato raso al suolo nel 2023 e un nuovo complesso sta crescendo rapidamente. Proprio come, siamo all'inizio, l'isolotto di Alembert, di fronte alla sede della Brest métropole Habitat (BMH). Sarà raggiunto, proprio accanto, tra qualche anno, dall'isolotto di Volney. Alle Portes de Gouesnou stanno nascendo un hotel B&B e un nuovo piccolo quartiere, firmati dal gruppo Barraine. E a Froutven ne sta arrivando un altro, con abitazioni e uffici, tramite Pierre Promotion Armorique: Green Hub. Insomma, sta crescendo. Sulla città sempre di più, a volte anche nella porta accanto.
La sponda destra in piena evoluzione
Tutti questi progetti sono un'opportunità per Brest di fare bella figura? Non sempre gli immobili recenti equivalgono a nuove strutture, divenute emblematiche, come l'Arena o i Cappuccini. La sponda destra vede irti edifici, proprio alle spalle dei Cappuccini, di cui sono la versione immobiliare, garante dell’equilibrio finanziario. Niente di particolarmente attraente al momento e alcune persone rimpiangono un'occasione mancata. Tuttavia, man mano che ci avviciniamo alla fine del programma, alcune opinioni evolvono. È necessario notare anche alcune eccezioni come alcuni progetti innovativi di BMH come le ardite case triangolari sulle alture di Lambé.
C'è anche il desiderio di migliorare i dintorni di Penfeld. Con la prospettiva che la Marina venda la fittizia isola di Bellevue e che il Comune smantelli lì tre hangar per farne un luogo di passeggiate. E poi questo progetto di un balcone sul fiume, tra i Cappuccini e il ponte della Recouvrance, con la sottrazione di un terreno (detto “il secondo deposito”) della Marina francese, su cui non è possibile edificare, per creare un grande giardino in un pochi anni. Proprio accanto, la vecchia prigione di Pontaniou, diventata ancora più squallida da quando è stato ristrutturato l'edificio dei Leoni della Marina, sottostante (senza contare i Cappuccini!), riceverà una nuova vita con il progetto di riabilitazione indossato di Franck Jaclin, la cui apertura è prevista per il 2027.
Colore, un'iniziativa dei cittadini
È stato infine dal vecchio, dalle file di case a schiera, e dagli stessi abitanti, che la scintilla è scoppiata all'inizio degli anni 2000. Innanzitutto nel quartiere della facoltà di medicina, con le facciate dai colori vivaci, lontani dall'immagine della bianca Brest che è diventato grigio nel corso degli anni. Il comune, inizialmente poco tollerante sull’argomento, ha deciso, quindici anni dopo, nella primavera del 2018, di partecipare al movimento con aiuti finanziari ai proprietari. Vediamo, qui con gusto, là con aria di attacco visivo, iniziative fiorire un po' ovunque in città.
E se, a lungo termine, Brest potesse essere paragonata a Cork in Irlanda o, a latitudini più soleggiate, a Burano vicino a Venezia in Italia, a Valparaiso in Cile, a Willemstad a Curaçao (Antille olandesi) o anche ai quartieri di La Boca a Buenos Aires in Argentina o Bo Kaap di Città del Capo in Sud Africa? Non ci siamo ancora, ma sembra che i tempi stiano cambiando…