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HRW esorta gli stati parte della CPI a “adempiere al proprio obbligo di eseguire i mandati di arresto emessi dalla Corte”

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AA / Tunisi / Fatma Ben Amor

I paesi membri della Corte penale internazionale (CPI) “dovrebbero sostenere questa corte di fronte ai tentativi di indebolire il suo mandato globale”, ha affermato lunedì Human Rights Watch (HRW). HRW ha pubblicato un rapporto di 26 pagine che fornisce raccomandazioni ai paesi membri della CPI “volte a garantire che la Corte abbia il sostegno politico, le risorse e la cooperazione di cui ha bisogno per portare avanti indagini e casi che coinvolgono varie situazioni”.

Gli Stati membri della CPI dovrebbero “impegnarsi ad adempiere al proprio obbligo di eseguire i mandati di arresto emessi dalla Corte, indipendentemente dalla persona presa di mira”, indica HRW.

“Nessuno è al di sopra della legge”, ha affermato Liz Evenson, direttrice del programma Giustizia Internazionale di Human Rights Watch. “I paesi membri della Corte penale internazionale dovrebbero impegnarsi, nel loro incontro annuale, ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che il lavoro cruciale della Corte a favore della giustizia possa continuare senza ostacoli”, ha sottolineato.

La sessione annuale dell’Assemblea degli Stati parte della CPI si svolgerà all’Aia, nei Paesi Bassi, dal 2 al 7 dicembre 2024.

“Il 24 aprile 2024, quando l’emissione di mandati di arresto da parte della CPI per i crimini commessi a Gaza era ritenuta imminente, un gruppo di dodici senatori ha inviato una lettera al procuratore della CPI minacciandolo di cessare ogni sostegno alla Corte da parte di Stati Uniti, di sanzionare l’istituzione e i suoi rappresentanti e di vietare l’ingresso negli Stati Uniti al Procuratore, al personale della Corte e alle loro famiglie, qualora fossero adottate misure intese a di emettere mandati di arresto contro funzionari israeliani”, ha rivelato HRW lo scorso novembre. E affermare: “Gli autori di questa lettera hanno scritto: ‘Prendete di mira Israele e noi prenderemo di mira voi. […] Questo è un avvertimento.”

Si ricorda che la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati nei territori palestinesi, in particolare a Gaza. La Camera preliminare I della CPI, con sede all’Aia, ha dichiarato in una nota di aver “emesso mandati di arresto contro due individui, Benyamin Netanyahu e Yoav Gallant, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno l’8 ottobre 2023 almeno fino al 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le richieste di mandato d’arresto.

La Corte penale internazionale ha inoltre emesso all’unanimità un mandato d’arresto nei confronti di Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, comunemente noto come “Deif”.

La decisione della CPI ha implicazioni significative per Netanyahu e Gallant, la più significativa delle quali è che tutti i 124 Stati parti dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale sono ora legalmente obbligati ad arrestarli ed estradarli all’Aia se mettono piede sul loro territorio .

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