Narrativa
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A N'zérékoré, la finale del torneo patrocinato dal capo dello Stato, il generale Mamadi Doumbouya, è degenerata dopo un rigore contestato. La polizia ha usato gas lacrimogeni, provocando lo spostamento della folla verso l'unica uscita dello stadio. Secondo quanto riferito, decine di spettatori, tra cui molti bambini, sarebbero rimasti schiacciati o soffocati.
Lo stadio 3-Avril di N'zérékoré si è trasformato in una trappola, domenica 1 dicembre, per le migliaia di tifosi accorsi per assistere alla finale del torneo “General Mamadi Doumbouya” – dal nome del capo dello Stato, che sponsorizza il concorso nazionale. Decine di guineani sono morti nel caos seguito alla partita di calcio. Lunedì le autorità hanno segnalato un pedaggio “provvisorio” di 56 vittime. Questo potrebbe diventare ancora più pesante. “Le manifestazioni di insoddisfazione per le decisioni arbitrali hanno portato a lanci di pietre da parte dei tifosi, provocando fughe mortali”, lo ha sinteticamente indicato il governo in un comunicato diffuso sulla televisione nazionale. Il presidente guineano ha annunciato la creazione di un “Commissione d'inchiesta per pronunciarsi sulle cause di questa tragedia e accertarne le responsabilità”.
La partita ha visto la squadra di N'zérékoré (sud-est) contro quella di Labé (nord), in un clima caldo, come spesso accade in Guinea. All'incontro hanno partecipato il ministro della Gioventù e dello Sport, Kéamou Bogola Haba, e quello dell'Agricoltura, Félix Lamah. Nel secondo tempo, l'arbitro, sotto pressione, ha ritirato un cartellino rosso (il secondo della partita) pochi minuti dopo aver sanzionato un giocatore del Labé. Gli spettatori, furiosi, videro
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