Avvicinandosi, i subacquei notarono che in realtà il ramo in questione passava attraverso la bocca del pesce ed usciva dalle sue branchie. Per chi non lo sapesse, questi ultimi hanno un funzionamento paragonabile a quello dei polmoni; la membrana funge da filtro permettendo il passaggio dell’ossigeno (verso l’interno del corpo) e dell’anidride carbonica (verso l’esterno). L’acqua entra dalla bocca del pesce, poi passa attraverso le branchie ed esce a livello delle coperture. Esiste quindi una comunicazione tra questi organi ed è probabilmente attraverso questo canale che il ramo è riuscito, in qualche modo, ad attraversare il pesce.
Non sappiamo come questa carpa abbia potuto “inghiottire” un ramo così lungo.
Una cosa è certa, era davvero incastrato e probabilmente sarebbe morto da tempo se uno dei due sub non avesse avuto l’audacia di rimuovere con cautela il ramo facendolo scorrere lentamente verso l’esterno e cercando di non strappare nessuna parte degli organi durante la manovra.
Il che evidentemente è andato bene perché la nostra carpa è tornata quasi subito a “pascolare” sul fondo come se nulla fosse successo… In ogni caso, ha un debito di gratitudine nei confronti dei sommozzatori tournaisiani che il caso ha messo sulla sua strada.
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