Due mesi e mezzo dopo la sua apertura, lo è un luogo unico nella Champagne-Ardenne che è stato ufficialmente inaugurato dall'Ospedale Universitario di Reims questo venerdì 29 novembre: un asilo nido genitore-bambino destinato a sostenere i genitori in difficoltà con i propri figli dalla nascita fino ai 18 mesi. Questo luogo completa l'offerta dell'Unità perinatale e della prima infanzia del CHU.
Non sentirti come se fossi in ospedale
Quando oltrepassiamo la porta, entriamo un luogo accogliente con un soggiorno, una cucina, un bagno, una baby room con diversi letti e varie stanze calde con poltroncine di velluto, giocattoli e colori rilassanti. “Non ci sentiamo in ospedale, ci sentiamo a casa, circondati da professionisti, senza che ce ne rendiamo conto”.spiega Emeline, 27 anni, che da due mesi viene al centro diurno due volte a settimana con la figlia di 14 mesi. “Già ci sentiamo meno sole. Parlare con altre mamme che hanno le stesse difficoltà e anche con professionisti, questo rassicura. Ti permette di acquisire fiducia in te stesso. Quando parto da qui sono felice. Mi sento più leggera.”
E questo è l'obiettivo dell'équipe composta da due infermiere d'infanzia, un'infermiera, una psicomotricista, una psicologa e una psichiatra, la dottoressa Julie Auer, responsabile dell'asilo: “L’idea è quella di instaurare un clima di fiducia e gentilezza”. Tutte le mamme benvenute lo sono affrontati da un professionista, per varie difficoltà : “Potrebbero essere difficoltà per la madre nella propria maternità ma anche difficoltà per il bambino con disturbi alimentari o disturbi del sonno e poi possono anche essere difficoltà nel legame madre-bambino”.
Qui le mamme vengono accolte già da molto tempo, mezza giornata o giornata interao anche due alla settimana, in gruppi di quattro, con i loro bambini, per laboratori di cucina, di sofrologia o anche di motricità, accompagnati da un follow-up psicologico. “Un ricevimento prolungato nel tempo permette inoltre di percepire meglio le difficoltà rispetto ad un consulto tradizionale. Permette alle madri di prendersi il tempo per parlare, continua il dottor Auer, ma anche osservare ciò che crea difficoltà, ad esempio, nel legame madre-bambino, per poterli poi sostenere meglio.“
“Qui non ho bisogno di fingere”
Elisabetta ha 39 anni. È una madre casalinga di quattro ragazze di 19, 8, 4 e 8 mesi. Il marito, contadino, lavora molto ma per le sue prime due figlie tutto è andato bene. Fu con la nascita del terzo che tutto cambiò. È caduta in depressione dopo un grave problema di salute durante il parto. Dopo la nascita del suo figlio più piccolo, il suo psichiatra l'ha indirizzata al nuovissimo asilo nido genitori-bambini. Dopo essere venuta due volte a settimana, ora viene un giorno alla settimana e da allora si sente meglio : “Per me è un po' un modo per uscire di casa, vedere mamme come me con dubbi e paure e soprattutto rendermi conto che non sono sola nel mio angolo. E in realtà è un sollievo. Non mi sento in ospedale ma come se fossi qui per chiacchierare con amici e professionisti. Ecco, non ho bisogno di fingere. Se le cose non vanno bene, piango. Se sono stressato, lo dico. La gente mi chiede come sto, se ho dormito bene, di cosa ho bisogno. A casa non ci viene necessariamente chiesto. Piuttosto, ci viene chiesto di fare delle cose quando qui c’è gentilezza e benessere per la madre e il bambino. Lì mi sento come se avessi fatto un salto. In pochi mesi mi sento come se avessi fatto dei progressi mentre per quattro anni ho avuto l'impressione di stagnare e penso che questo posto aiuti in questo, a essere davvero te stesso.”
Il Centro diurno genitori-bambini ha ottenuto un sostegno finanziario annuo di 400.000 euro dall'Agenzia sanitaria regionale Grand Est e dalla Direzione generale dell'assistenza nell'ambito del bando per progetti “Psichiatria perinatale e psichiatria infantile e dell'adolescenza 2022”. Dall'apertura, avvenuta a metà settembre, vi sono state accolte una ventina di mamme.
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