La giustizia amministrativa ha finalmente dato il via libera a due manifestazioni nella città della Drôme questo sabato 30 novembre, una su iniziativa di un piccolo gruppo di estrema destra, l'altra su appello delle associazioni locali.
Due vittorie davanti alla giustizia amministrativa, per due manifestazioni che si terranno ciascuna da una parte della città. Questo sabato, 30 novembre, a Romans-sur-Isère, un nuovo piccolo gruppo di estrema destra, Justice for Ours, si terrà alle 15 in Place Ernest-Gailly, nel centro storico, mentre a “processione pacifica” avrà inizio alle 14 da Place Hector-Berlioz, nel quartiere popolare della Monnaie, su invito di una ventina di associazioni locali e organizzazioni di sinistra. Lo svolgimento dei due eventi era stato vietato all'inizio della settimana dalla prefettura della Drôme, prima che il tribunale amministrativo di Grenoble si pronunciasse il 29 novembre a favore delle istanze di libertà presentate da ciascun campo per ottenere gli ordini dei servizi della 'Stato.
Questi ultimi temono “disturbi significativi” all'ordine pubblico e “scontri ideologici a Romans-sur-Isère, Bourg-de-Péage, Crépol e Valence il 30 novembre”in linea con la discesa degli attivisti dell'estrema destra radicale il 25 novembre 2023, alcuni dei quali sono riusciti a raggiungere La Monnaie, alla periferia della cittadina operaia di 33.000 abitanti. Per fare bella figura, il prefetto ha anche denigrato la contromanifestazione indetta il 20 novembre, presumendo che sarebbe stata opera di“organizzazioni di estrema sinistra […] violento”veloce a “incoraggiare i giovani locali” ha “lotta con la polizia e i manifestanti dell’estrema destra”.
Attivista neofascista
Tuttavia, è stato Justice for Ours ad essere sorteggiato per la prima volta a metà ottobre, con il pretesto di onorare “la memoria delle nostre vittime” et “proteggere la nostra gente dall’immigrazione” di inondare Romans-sur-Isère di volantini, all'avvicinarsi della commemorazione del primo anniversario della morte di Thomas Perotto ucciso a Crépol (Drôme) e dopo l'assassinio in Ardèche di un altro giovane romano, Nicolas Dumas. Dietro questo collettivo troviamo (solo?) un certo Raphaël Ayma, il cui vero nome è Rafaël Ferron Lagier, 22 anni, della città di Pourrières, a est di Aix-en-Provence, nel Var. Questo attivista neofascista si presenta come il “portavoce” di Tenesoun (“mantenimento”, in provenzale), movimento radicale di Aix, erede del Bastione Sociale, sciolto nel 2019 perché “razzista e antisemita”dichiarò l'allora ministro degli Interni, Christophe Castaner.
Ascoltatore dell'“istituto” razzista Iliade, organo di formazione identitaria, oratore alle prime armi nel movimento radicale, Raphaël Ayma simpatizzava l'anno scorso con un circolo neonazista e negazionista spagnolo e non esita a sfoggiare le insegne di CasaPound, movimento erede di Fascismo italiano. Una sorta di curriculum della peggiore eurofilia che non gli ha impedito di avvicinarsi al ramo giovanile del Raggruppamento Nazionale, finendo anche per essere assunto come assistente parlamentare del deputato della RN per il Var Philippe Schreck, referente della commissione di legge interna. la festa. Che lo ha subito licenziato in seguito alle rivelazioni di Liberazione sulle sue imbarazzanti associazioni con lo staff lepenista nella sua faticosa ricerca di rispettabilità.
Libero professionista nelle “pubbliche relazioni”
“A seguito del fuorviante attacco mediatico nei miei confronti, sono stato licenziato. Abbi fiducia in me per continuare il mio impegno, per la nostra gente e per questo Paese. Solo [sic] conta la sincerità”aveva poi inveito l'ex stagista (della Rn) all'Assemblea nazionale sui social network, dove moltiplica le proteste a favore “l’autoctonazia dei popoli europei” e contro “La grande sostituzione e la grande cancellazione”. Dopo essersi formato in scienze politiche, si è dedicato opportunisticamente al lavoro autonomo “Consulenza in pubbliche relazioni e comunicazione” a pochi giorni dalle elezioni europee di giugno.
Sul sito dell'identità fondamentalista dell'Academia Christiana, la sua biografia lo indica “figlio di un operaio e torero”, “Franco-spagnolo”autoproclamato esperto di “fenomeno ecologico tra i giovani” è un “ex attivista del partito comunista poi gilet giallo”. D'ora in poi fa il pendolare dal Var per aumentare la sua copertura mediatica grazie al dramma Crépol.
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