La Lituania ha annunciato venerdì l’espulsione di tre dipendenti dell’ambasciata cinese a causa del deterioramento dei rapporti tra i due paesi a causa di Taiwan e del presunto coinvolgimento di una nave cinese nel possibile sabotaggio di cavi trasportati da marinai.
Due cavi sottomarini per telecomunicazioni sono stati tagliati a metà novembre nel Mar Baltico, nelle acque territoriali svedesi. Uno di questi cavi collegava l’isola svedese di Gotland alla Lituania. La Svezia ha aperto un’indagine per sabotaggio.
I sospetti sono diretti verso una nave cinese, la Yi Peng 3, che secondo i siti di monitoraggio del traffico marittimo è passata sopra i cavi quando sono stati tagliati. Il Ministero degli Esteri lituano ha dichiarato venerdì in una dichiarazione che “tre membri del personale della Missione della Repubblica popolare cinese sono stati dichiarati indesiderabili nel paese”.
Il Ministero non ha fornito motivazioni specifiche per le espulsioni, citando semplicemente “attività che violano la Convenzione di Vienna e la legge della Repubblica di Lituania”.
Mercoledì, la Lituania ha dichiarato che stava creando una squadra congiunta di investigatori, con Svezia e Finlandia, per lavorare sul caso dei cavi tagliati, con il supporto di Eurojust, l’agenzia dell’UE responsabile della cooperazione giudiziaria. La Cina ha negato ogni responsabilità in questo caso e venerdì ha dichiarato di essere “disposta a collaborare” con gli investigatori.
Le relazioni tra Vilnius e Pechino erano già tese dal 2021, quando la Lituania permise a Taiwan di aprire di fatto un’ambasciata sotto il nome dell’isola. La mossa ha segnato un cambiamento nella diffusa pratica diplomatica di utilizzare il nome della capitale taiwanese, Taipei, per evitare di irritare la Cina, che rivendica l’isola come parte del suo territorio.
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