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E alla fine è Uber a vincere?

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L’editoriale

E alla fine vince Uber?

L’indipendenza dei lavoratori della consegna dei pasti non è sostenibile, qualunque cosa dica la multinazionale.

Editoriale Pubblicato oggi alle 6:32

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Nel suo libro “#UberUsés” (PUF, 2023), la sociologa francese Sophie Bernard analizza la strategia del “fatto compiuto” di Uber. Per affermarsi, la multinazionale ha l’abitudine di non preoccuparsi delle norme e dei regolamenti in vigore. Le autorità si stanno quindi affrettando per cercare di regolamentare legalmente le attività di Uber che non rientrano in nessuno schema preesistente. E durante questo periodo, l’azienda si sta espandendo e sta diventando essenziale per i consumatori e per coloro che utilizzano la sua piattaforma per lavorare.

E’ per porre fine a questo gioco stupidolo Stato di Vaud ha imposto il lavoro salariato agli addetti alla consegna dei pasti (leggi il nostro sondaggio). Ma non abbastanza per mettere i bastoni tra le ruote a Uber. Per evitare di diventare un datore di lavoro, l’azienda ha trovato una soluzione: lavora attraverso una serie di società terze che si occupano di assumere i corrieri.

Abbiamo inviato una ventina di domande a Uber per comprendere meglio la sua strategia. Invece di risposte, abbiamo solo una dichiarazione che sottolinea le “conseguenze negative” osservate a Ginevra durante la transizione dal modello indipendente al modello basato sull’occupazione. “Il 77% dei corrieri, ovvero 1.000 persone, si sono ritrovati disoccupati. Il tempo medio di consegna è aumentato da ventisei minuti a trentacinque minuti, la quota di ordini non evasi è triplicata e il costo di consegna è aumentato del 50%. Questo peggioramento della qualità e l’aumento dei prezzi hanno portato ad una riduzione del 30% degli ordini per i ristoranti locali”.

Queste “conseguenze negative” rilevate da Uber non sono piuttosto una dimostrazione del fatto che l’indipendenza è insostenibile per i lavoratori che consegnano i pasti? E che il modello di Uber non tiene minimamente conto del benessere dei corrieri e delle loro condizioni di lavoro?

Un fattorino indipendente che lavorava per Uber Eats a Losanna prima del cambio di modello ci ha raccontato come la sua remunerazione oraria sia scesa, in pochi mesi, da 22 a 12 franchi a causa dell’esplosione del numero dei corrieri. E come questa situazione ci abbia spinto a consegnare sempre più velocemente. In “#UberUsés”, Sophie Bernard parla proprio di questo quando spiega in dettaglio come la multinazionale faccia affidamento su un surplus di manodopera per soddisfare rapidamente i clienti e sbaragliare la concorrenza. A scapito dei lavoratori.

Caterina Cochard è giornalista della sezione vodese e si interessa di questioni sociali. Produce anche podcast. In precedenza ha lavorato per Le Temps e come direttrice indipendente per l’Università di Zurigo.Maggiori informazioni @catherincochard

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