Il gruppo OPEC+, composto dai principali paesi produttori di petrolio, terrà una riunione cruciale il 1° dicembre per decidere il futuro dei tagli alla produzione previsti. Inizialmente previsto a Vienna, l’incontro si svolgerà infine online, riflettendo i disaccordi interni sul rispetto delle quote di produzione e le tensioni geopolitiche.
Al centro delle discussioni c’è la decisione di mantenere o modificare i tagli volontari alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno (bpd), attualmente prorogati fino a gennaio. Gli analisti prevedono un possibile rinvio o aggiustamento di queste riduzioni a fronte dell’incertezza della domanda globale, in parte dovuto al rallentamento della crescita economica in Cina, il secondo maggior consumatore di petrolio al mondo.
Previsioni della domanda e divergenze strategiche
Le stime della domanda globale di petrolio variano. Mentre l’OPEC rimane ottimista con un aumento previsto di 1,82 milioni di barili al giorno nel 2024, l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) prevede un aumento più modesto di 920.000 barili al giorno. Questa differenza evidenzia le continue incertezze sulla ripresa economica globale, esacerbate dalle pressioni inflazionistiche e dalle sfide geopolitiche.
I prezzi attuali, con il Brent quotato a 74,59 dollari al barile il 26 novembre, restano al di sotto della soglia ritenuta necessaria per incentivare il gruppo ad aumentare la produzione. Alcuni analisti prevedono che per sostenere i prezzi potrebbe essere necessario il mantenimento delle quote attuali o addirittura ulteriori tagli.
Sfide interne e conformità dei membri
Diversi membri, tra cui Iraq, Russia e Kazakistan, hanno superato le loro quote nel 2024 e dovranno compensare questi eccessi con ulteriori riduzioni nel 2025. Le tensioni interne sono amplificate dalla posizione degli Emirati Arabi Uniti, che hanno ottenuto un aumento di 300.000 b/g di la loro quota per il 2024, che potrebbe aumentare l’offerta complessiva del gruppo.
Uno degli scenari considerati dagli analisti sarebbe un’estensione delle attuali quote fino al secondo trimestre del 2025. Una misura del genere limiterebbe l’impatto della manutenzione della raffineria prevista per la fine dell’inverno, periodo tradizionalmente debole per la richiesta.
Fattori geopolitici e incertezze esterne
Anche la geopolitica gioca un ruolo chiave nelle decisioni future. La recente tregua tra Israele e Hezbollah potrebbe allentare le tensioni in Medio Oriente, ma permangono rischi in Ucraina e su potenziali sanzioni contro l’Iran. Quest’ultima, esente dalle quote OPEC+, ha aumentato la propria produzione di oltre 600.000 b/g dal 2022, ponendo un’ulteriore sfida al coordinamento del gruppo.
Inoltre, l’arrivo dell’amministrazione Trump nel gennaio 2025 potrebbe trasformare le dinamiche petrolifere globali, con un possibile aumento della produzione americana e una revisione delle sanzioni internazionali. Ciò potrebbe intensificare la concorrenza per le quote di mercato, aumentando la pressione sull’OPEC+ affinché mantenga la sua attuale strategia o prenda in considerazione ulteriori tagli.
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