Le concessioni minerarie dell’Eliseo e della Montagna d’oro in Guyana non saranno prorogate. Con decisione pronunciata questo mercoledì 27 novembre, il tribunale amministrativo d’appello di Bordeaux ha infatti annullato, dopo numerose peripezie legali, le sentenze del tribunale amministrativo della Guyana del 24 dicembre 2020. Tali sentenze avevano annullato il rifiuto del ministro dell’Economia per la proroga di queste due concessioni che il titolare, la società mineraria Montagne d’or, voleva sfruttare nell’ambito di un progetto di miniera d’oro industriale a cielo aperto.
I giudici di Bordeaux hanno infatti tratto le conclusioni dalla decisione del Consiglio di Stato del 19 ottobre 2023 che affermava che occorreva prendere in considerazione l’impatto sull’ambiente dello sfruttamento della miniera nell’ambito dell’esame della richiesta per la proroga della concessione. L’Alta Giurisdizione amministrativa aveva tratto essa stessa le conclusioni della decisione del Consiglio costituzionale del 18 febbraio 2022 che, a seguito di una questione prioritaria di costituzionalità posta da France Nature Environnement (FNE), aveva dichiarato non conformi le disposizioni legislative che prevedevano le condizioni per l’estensione delle concessioni basate esclusivamente sulle capacità tecniche e finanziarie degli operatori minerari.
Alla luce di queste nuove condizioni giuridiche, la corte amministrativa d’appello ha esaminato le conseguenze ambientali delle proroghe della concessione. Lei nota che “ le concessioni “Élysée” e “Montagne d’or”, che rappresentano aree di 24,82 km2 e 15,24 km2si trovano nella foresta equatoriale della Guyana che costituisce una delle ecoregioni più ricche del mondo in termini di biodiversità, all’interno di una riserva biologica gestita e tra due massicci compresi nella riserva biologica integrale Lucifero/Dékou-Dékou. Sottolinea che questi due massicci ospitano una biodiversità eccezionale e che l’area presenta importanti problemi di continuità ecologica”. Considerando il carattere estremamente inquinante e l’importanza della dimensione industriale del progetto, la Corte ritiene che esso presenti un rischio di gravi danni all’ambiente. Di qui la legittimità del rifiuto da parte del ministro dell’Economia alle richieste di proroga delle agevolazioni.
Il 6 febbraio 2024 la corte amministrativa d’appello di Bordeaux aveva già respinto le istanze della compagnia mineraria Montagne d’or che aveva chiesto l’esecuzione sotto pena delle sentenze del tribunale amministrativo della Guyana del 24 dicembre 2020.
Articolo pubblicato il 28 novembre 2024
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