La sete di oro non conosce limiti. Tipico rifugio sicuro per un pianeta e per gli investitori preoccupati dagli sconvolgimenti geopolitici, tra le guerre commerciali annunciate da Donald Trump, la guerra intrapresa dalla Russia contro l’Ucraina o le tensioni estreme attorno a Taiwan e la minaccia di Pechino, il metallo prezioso sta attualmente raggiungendo un prezzo record di $ 2.800 l’oncia (mercato azionario).
Le stesse banche centrali si stanno precipitando sulle scorte disponibili: come riferisce Bloomberg, quelle dei paesi dell’Europa dell’Est stanno costruendo comodi materassi d’oro, la Repubblica Ceca vorrebbe ad esempio raddoppiare il suo bottino di 100 tonnellate nei prossimi tre anni.
Quella della Cina può dunque fregarsi le mani dopo l’annuncio fatto dall’Ufficio geologico della provincia di Hunan, diffuso il 20 novembre da un media statale e poi ripreso da Livescience: scienziati locali hanno scoperto una nuova vena gigante sotto il giacimento auriferio di Wangu.
40 filoni, 1.100 tonnellate d’oro e 83 miliardi di dollari
40 nuovi filoni d’oro sono stati scoperti in questa preziosa parte della regione di Pingjiang. È una cifra colossale: la riserva totale di oro da estrarre potrebbe rappresentare 1.000 tonnellate e sarebbe, secondo WordsSideKick.com, la più grande attualmente al mondo.
Si precisa che 330 tonnellate d’oro sono state scoperte da minatori e geologi cinesi a una profondità di circa 2.000 metri, ma che i modelli informatici e le competenze scientifiche hanno permesso di determinare che questa quantità potrebbe salire a 1.100 tonnellate scavando a 1.000 metri più in profondità. Questa rappresenta, precisa il sito anglosassone, otto volte il peso della Statua della Libertà.
Secondo le parole di uno dei geologi coinvolti nella scoperta, riportate dal sito statale cinese, la vena contiene 138 grammi d’oro per tonnellata di minerali estratti, una quantità relativamente ricca rispetto ad altre miniere del mondo.
Preziose riserve auree nel suolo cinese
Secondo Statistita, la scoperta aggiunge una nuova, apprezzabile ricchezza ai suoli cinesi, già ricchissimi di questi metalli, terre e minerali rari che il mondo moderno tanto valorizza. L’Australia rimane il paese “più ricco”, almeno potenzialmente, con suoli che contengono teoricamente 12.000 tonnellate di oro. La Russia segue da vicino il gigante oceaniano con 11.000 tonnellate, con il Sud Africa al terzo posto con riserve stimate di 5.000 tonnellate di oro.
È sempre in quest’ultimo paese che, secondo i dati Mining Technology ripresi da Livescience, si trova quello che oggi è diventato il secondo più grande giacimento al mondo, la miniera e i giacimenti auriferi South Deep, con una riserva stimata in 1.025 tonnellate d’oro. .
Ma se, come osserva Oilprice, la Cina è attualmente il più grande produttore di oro al mondo, è anche il più grande consumatore, con i suoi acquisti che superano le 370 tonnellate prodotte all’anno. Da solo, senza contare tutti gli altri usi che l’oro può avere, in particolare nell’industria tecnologica o del lusso, la banca centrale cinese ha così acquisito, sui mercati, 225 tonnellate di metallo prezioso nel 2023 per le sue casse.
Non c’è dubbio che Pechino sia entusiasta di questa colossale scoperta nel giacimento di Wangu, e gli scienziati precisano anche che le indagini effettuate nelle sue immediate vicinanze potrebbero promettere altri Eldorados dello stesso tipo.
Per quattordici anni, dal 2002 al 2016, Thomas Burgel ha presieduto Inrockuptibles, navigando tra questa rivista cartacea che è stata la sua giovinezza e nella quale ha imparato a scrivere, e il sito web omonimo, di cui è stato responsabile e di cui ha accompagnato lo sviluppo. . Il suo campo preferito? La musica. È stato piuttosto bello: se ne ha qualcuno, quest’ultimo è la sua passione principale, quella che riunisce e connette tutte le altre, tutti questi interessi diversificati che da sempre guidano la sua riflessione sul mondo e sulle sue culture, dalla storia alla tecnologia. , dalla sociologia alle circonvoluzioni dell’animo umano, dalla scienza alla geografia, dai videogiochi all’esplorazione personale dei territori e delle loro specifiche culture. È del tutto naturale quindi che una volta terminata questa lunga introduzione ad “Inrocks”, e dopo un passaggio e l’animazione del media Europavox.com, dedicato alla musica europea e scritto da una redazione di 30 giornalisti dislocati in altrettante località sparse paesi, Thomas è stato scelto da Slate per creare e supportare korii. Quest’ultima è la sezione del celebre pure player dedicata alle nuove economie e alle nuove tecnologie, e all’impatto profondo e in rapido cambiamento che queste possono avere sulla nostra vita quotidiana, sulle nostre società, sul nostro mondo e sui suoi nuovi conflitti – in particolare il quello su larga scala guidato dalla Russia in Ucraina, che ha seguito molto da vicino sin dal suo lancio nel febbraio 2022. Tutti questi interessi, tutte queste passioni, tutte queste intersezioni, è ora all’interno di GEO che li esplora: Nel 2023, Thomas Burgel è diventato vicedirettore capo, incaricato specificamente di guidare il sito web della venerabile testata e i suoi team di esperti verso nuovi orizzonti.
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