Mercoledì Israele ha annunciato di voler presentare ricorso contro i mandati di arresto della CPI contro Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
ANNUNCIO
Mercoledì Israele ha notificato alla Corte penale internazionale la sua intenzione di ricorrere in appello contro i mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant. Lo Stato ebraico ha inoltre chiesto che, in attesa di una decisione della CPI nel merito, l’esecuzione di questi due mandati d’arresto venga sospesa.
La Corte aveva respinto la richiesta di Israele secondo cui avrebbe dovuto informarlo delle sue indagini sulla condotta della guerra, chiarendo al tempo stesso che Israele aveva il diritto di appellarsi alla giurisdizione della Corte dopo la sua decisione di emettere mandati di arresto.
La questione dell'”immunità” di Benjamin Netanyahu
Dopo l’annuncio del mandato d’arresto della CPI contro il primo ministro israeliano, la Francia ha ripetuto che rispetterà gli obblighi previsti dal diritto internazionale, ma senza dire realmente se lo arresterà.
Il comunicato stampa riportato di seguito è stato diffuso questo mercoledì sul sito web dell’ Ministero degli Affari Esteri francese :
“La Francia rispetterà i suoi obblighi internazionali, fermo restando che lo Statuto di Roma richiede la piena cooperazione con la Corte penale internazionale e prevede inoltre che uno Stato non possa essere obbligato ad agire in modo incompatibile con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale riguardo alle immunità degli Stati non parti alla CPI. Tali immunità si applicano a Il primo ministro Netanyahu e altri ministri interessati e dovranno essere presi in considerazione se la CPI dovesse chiederci il loro arresto e la loro consegna.”
La Francia si basa su un articolo dello Statuto di Roma che istituisce la CPI (risalente al 1998), che specifica che i paesi leader della lista non riconoscere la Corte trarrebbero beneficio dall’immunità. E precisamente, Israele, proprio come gli Stati Uniti o la Russia fanno parte di questo elenco.
Questa posizione di Parigi resta molto meno chiara di quella di altri paesi europei, come l’Italia e il Regno Unito, così come di alcuni paesi del G7 (Canada e Giappone), che hanno dichiarato che avrebbero arrestato il capo del governo israeliano se avesse messo piede sul loro suolo.
Oltre a Benjamin Netanyahu, la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto contro il suo ex ministro della Difesa Yoav Galantecosì come contro un leader di Hamas, Mohammed Deifper crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Israele afferma di averlo “eliminato” ultimo ma i giudici della CPI ritengono di non avere prove sufficienti.
Canada
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