Il profitto ha sofferto maggiormente di questo calo dei prezzi: è sceso del 18,9% in un anno, a 124,2 milioni di euro nel periodo. Dalla fine del 2022 alla fine del 2023, l’epidemia di influenza aviaria aveva ridotto significativamente l’offerta di pollame e i prezzi erano poi aumentati, a vantaggio di LDC: il suo utile netto era aumentato di un terzo rispetto all’anno finanziario scaglionato 2023-2024. .
Aumenti di prezzo che si aggiungono a quelli decisi in risposta all’impennata dei costi dell’energia e degli alimenti per animali in seguito alla guerra in Ucraina: in due anni i prezzi sono aumentati di quasi il 40%. Ma nell’ambito delle trattative commerciali regolate dalle leggi “Egalim”, LDC ha dovuto abbassare i prezzi di circa il 10% a partire dalla metà del 2023.
+4,9% in un anno
I margini del gruppo hanno sofferto, ma in compenso i volumi di vendita sono aumentati: +4,9% in un anno. Per continuare a crescere mentre il gruppo è in gran parte leader nel mercato del pollame e ciascuna delle sue acquisizioni viene esaminata dall’autorità garante della concorrenza, LDC sta aumentando le sue escursioni in altri mercati.
Innanzitutto nell’attività di “ristorazione”, con il marchio di punta di piatti pronti e altri prodotti pronti “Marie”. Un segmento che ha guadagnato in un anno il 7,2% del fatturato e che LDC punta a incrementare con l’assorbimento di Pierre Martinet, produttore di tabbouleh numero uno in Francia, annunciato in ottobre.
Poi, a livello internazionale, dove il gruppo realizza circa il 12% delle sue vendite. Si lancerà quindi in Romania e Germania, attraverso acquisizioni di aziende locali, oltre all’Ungheria e soprattutto in Polonia dove è già presente.
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