Il Premio Pierre Daix 2024, creato nel 2015 da François Pinault in omaggio allo scrittore e storico dell’arte Pierre Daix, è stato assegnato quest’anno a Éric de Chassey. Il suo lavoro Spettacolo. Immagini di Birkenau, dal Sonderkommando a Gerhard Richter (Gallimard, maggio 2024) ha conquistato la giuria per la sua illuminante analisi delle immagini legate alla Shoah e la loro trasformazione da parte dell’artista tedesco Gerhard Richter.
Questo premio, del valore di 10.000 euro, premia ogni anno un’opera dedicata alla storia dell’arte moderna o contemporanea. La giuria ha elogiato un lavoro che riflette un impegno intellettuale ed etico, rispecchiando le convinzioni di Pierre Daix.
È composto da Laure Adler (giornalista, letterata), Jean-Louis Andral (storico e critico d’arte, direttore del museo Picasso di Antibes), Martin Bethenod (presidente del Crédac e dell’Archivio della critica d’arte), Nathalie Bondil ( storico dell’arte, direttore del dipartimento musei e mostre dell’Istituto del Mondo Arabo) e Jean-Pierre Criqui (curatore delle collezioni contemporanee al Museo Nazionale d’Arte Moderna/Centro Pompidou, redattore capo del Quaderni del Museo Nazionale d’Arte Moderna).
Sono presenti anche Cécile Debray (storica dell’arte, presidente del Musée national Picasso-Paris), Donatien Grau (storica dell’arte e della letteratura francese, critico d’arte, scrittrice), Christophe Ono-dit-Biot (vicedirettore editoriale Il puntoscrittore), Bruno Racine (direttore di Palazzo Grassi — Punta della Dogana, scrittore), e Pascal Rousseau (storico dell’arte moderna e contemporanea, vincitore del Premio Pierre Daix 2020).
Nel 2014 il pittore Gerhard Richter ha realizzato quattro dipinti astratti che ha chiamato Birkenau. Sono il risultato del suo lungo confronto con quattro fotografie scattate durante l’estate del 1944 nei pressi del crematorio V di Auschwitz-Birkenau da membri del Sonderkommando addetti alla preparazione delle vittime e al trattamento dei loro cadaveri. Queste sono le uniche immagini che documentano direttamente il processo di sterminio degli ebrei europei mediante gasazione e distruzione dei loro resti.
Eric de Chassey analizza qui queste fotografie, in base alla loro materialità e a ciò che sappiamo delle condizioni in cui furono scattate, e conduce un’indagine meticolosa per comprendere quali trattamenti problematici abbiano subito da parte di un artista contemporaneo impegnato a conservarne la memoria. viva la Shoah. Mostra così come, attraverso la spettacolarizzazione e il relativismo, siamo diventati insensibili alle questioni morali e politiche delle immagini e al modo in cui le mostriamo e le vediamo.– Il riepilogo dell’editore per Spettacolo
L’autore è direttore dell’Istituto Nazionale di Storia dell’Arte (INHA) di Parigi e professore all’ENS di Lione. Ha diretto l’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici tra il 2009 e il 2015 e dal 2022 presiede la Rete internazionale degli istituti di ricerca in storia dell’arte. Autore prolifico, ha pubblicato lavori su Matisse, l’arte americana, le relazioni culturali transatlantiche e la cultura visiva della seconda metà del XX secolo. La sua competenza traspare anche nelle numerose mostre che ha organizzato in tutto il mondo.
In un’intervista rilasciata dal premio, Éric de Chassey sottolinea la complessità del lavoro di Richter sulle fotografie di Auschwitz. “L’ammirazione che la sua impresa può suscitare non deve farci dimenticare certe aporie e contraddizioni del suo approccio”dice. Spiega di aver mantenuto volontariamente una distanza critica dall’artista per esaminare con precisione le manipolazioni effettuate sulle immagini.
Insiste anche sull’importanza di mostrare queste fotografie con accuratezza e sobrietà: “Queste immagini non possono essere considerate solo da un punto di vista estetico, ma necessariamente intrecciando questo punto di vista con un punto di vista etico. » Chiede di rispettare l’intenzione degli autori delle foto originali, i membri del Sonderkommando che hanno rischiato la vita per produrre queste testimonianze uniche.
Con SpettacoloÉric de Chassey offre una riflessione impegnativa sulla memoria, sull’arte e sul modo in cui le immagini influenzano la nostra percezione storica. Quest’opera risuona con forza in un momento in cui le immagini, spesso distorte o banalizzate, richiedono uno sguardo critico per preservarne il significato e la portata.
Con questo premio, Éric de Chassey succede a Paula Barreiro López, premiata nel 2023 per Compagni combattenti. Avanguardie e critica d’arte nella Spagna del franchismo. Il suo lavoro fa parte di una tradizione che onora il rigore scientifico e la portata impegnata delle opere pluripremiate.
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Crediti immagine: David Atlan
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