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Ravenswatch – Test e notizie

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Negli ultimi anni il genere roguelike è diventato sempre più presente nel mondo dei videogiochi. Ricordiamo inoltre che nel 2020 Hades è stato incoronato “gioco dell’anno”, cosa piuttosto atipica per un titolo di questo genere. Insomma, con un numero sempre crescente di giochi di questo genere, non è sempre facile trovare un posto nel settore. Un esercizio pericoloso che Ravenswatch si è posto come obiettivo e che potrebbe raggiungere se gli dessimo un po’ di tempo…

Partiamo dal punto di partenza: come un buon roguelike, Ravenswatch è un gioco che ti porta a ricominciare più e più volte gli stessi livelli, riprendendo i tuoi progressi dal punto di partenza. Su questo punto il titolo non fa eccezione alla regola. Iniziamo ciascuno dei nostri giochi selezionando un personaggio tra i nove offerti. Tutti molto diversi, provengono da opere famose come Frozen, Cappuccetto Rosso e Beowulf.. Ognuno di questi “eroi” ha la propria storia che può essere sbloccata attraverso avventure e spedizioni. Dovrete quindi essere tenaci e perseveranti per scoprire lo scenario completo previsto per tutta la squadra. Un aspetto piuttosto carino che relega la parte narrativa in secondo piano. Probabilmente mi dirai che non è quello che ti aspetteresti principalmente da un roguelike, ed è vero, ma è sempre bello avere una storia da seguire. Che dimenticheremo nel caso di Ravenswatch.

Lato gameplay troviamo quindi un’esperienza abbastanza familiare a quella offerta da un titolo come Hades. Iniziamo con una barra della vita estensibile e una serie di abilità utilizzabili. Qui invece non si tratta di cambiare arma poiché tutti i personaggi hanno abilità specifiche. Variabilità nel gameplay apprezzabile e che permette all’esperienza di gioco di cambiare regolarmente. Apprezziamo anche il fatto che alcuni siano progettati per il combattimento corpo a corpo, mentre altri siano specializzati negli scontri a distanza. Questa differenza assume il suo pieno significato anche durante le partite multiplayer che ci permettono di sfruttare i reciproci punti di forza e di debolezza. In termini di progressione, invece, non si tratta di un albero dei talenti. Qui troviamo abilità da sbloccare man mano che sali di livello.. Per evolvere dovrai accumulare una quantità di esperienza che sarà più o meno importante e che dipenderà dalla tua “corsa”. Più vai avanti nel gioco, più vinci. Logica.

Una volta scelto il tuo personaggio, inizierai il gioco su una mappa che ricorda un piccolo mondo aperto. Su quest’ultimo ci sono diversi punti di interesse che potrete visitare. Nella parte inferiore dello schermo è indicato un limite di tempo e una volta completato il conto alla rovescia, verrai teletrasportato per affrontare il boss del luogo. Sta a te utilizzare il tempo offerto per affrontare i nemici, acquisire esperienza e trovare l’uno o l’altro tesoro. Sono ricchi di vantaggi che ti permettono di potenziare determinate caratteristiche (difesa, danno, rigenerazione, ecc.) o i tuoi poteri. Ovviamente le scelte sono numerose e dovete prendere quella che ritenete più interessante. Da questo lato troviamo un’esperienza di gioco simile a quella offerta da molti roguelike. Segnaliamo inoltre che le possibilità sono moltissime e che ci vorrà del tempo per esaminarne i contenuti, almeno in termini di capacità..

Dal punto di vista dei contenuti, Ravenswatch offre tre capitoli che terminano tutti con un boss. C’è anche un epilogo e la possibilità di scegliere una difficoltà tra le quattro offerte. Fai attenzione che questi si sblocchino nel corso del tuo viaggio. È necessario completare una prima parte completa per poter raggiungere la seconda fase, e così via. Qui troviamo una sfida francamente impegnativa che richiede davvero di apprendere gli schemi boss, ma anche nemici che incontreremo sul nostro cammino. Il minimo infortunio può rivelarsi presto fatale e il fallimento – nonostante sia possibile rialzarsi un certo numero di volte a seconda della difficoltà scelta – è parte integrante dell’esperienza di gioco. Per quanto riguarda il bestiario, la diversità è moderata. Incontriamo parecchie creature, ma sembrano abbastanza simili e, alla fine, ci sentiamo subito come se stessimo girando in tondo. Stessa storia con gli ambienti che sono limitati, sia nella direzione artistica che nella proposta. Questa è anche la principale critica che possiamo muovere al gioco poiché in generale è carente di contenuti. Chi non vuole perseverare o non vuole sbloccare tutto (tutte le competenze, le storie o anche le difficoltà) rischia di annoiarsi presto. Dovremo quindi vedere cosa ci offriranno gli sviluppatori in futuro…

Per fortuna, per rompere la monotoniail gioco può essere giocato in modalità cooperativa, con altri tre giocatori. In questo caso, il titolo si adatterà necessariamente e garantirà di offrire contenuti adeguati: più nemici, punti vita aggiuntivi… Piccolo extra: è possibile resuscitare uno dei tuoi compagni caduti in battaglia. L’altro lato della medaglia: se l’intera squadra viene eliminata in un colpo solo, consumerai le piume che ti ritornano in un colpo solo. Il fallimento è consentito, ma deve essere controllato. Naturalmente, al di là della cooperazione, È soprattutto la sinergia tra i personaggi ad essere interessante.. L’ideale è ovviamente avere eroi che hanno tecniche a distanza o corpo a corpo che lavorano insieme. L’equilibrio è qualcosa da cercare, ma una volta trovato è davvero gratificante. Diciamo la verità, è in questa modalità che Ravenswatch risulta davvero più interessante!

Concludiamo questa prova con la parte tecnica del gioco Su questo punto Ravenswatch è semplicemente impeccabile. Nessun bug, nessun rallentamento, nulla ha offuscato l’esperienza di gioco. Per quanto riguarda la direzione artistica, invece, è decisamente più complessa. Anche se la grafica è francamente carina, e a volte ricorda il gioco Hades, avremmo voluto che il viaggio fosse un po’ più diversificato. Spesso è buio e i biomi sembrano piuttosto simili, il che crea ripetitività. Danno. Infine, per quanto riguarda la parte musicale del gioco, i diversi temi sono piacevoli da ascoltare senza risultare sorprendenti. Classico, ma efficace.

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