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Spagna: quattro uomini condannati per l’omicidio omofobico di Samuel Luiz, giovane infermiere

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Dopo più di tre anni di attesa, domenica 24 novembre la giustizia spagnola ha emesso la sua sentenza sul caso dell’omicidio omofobo di Samuel Luiz. Questa giovane assistente infermiera di 24 anni è stata brutalmente uccisa nel luglio 2021 a La Coruña, nel nord-ovest della Spagna. Quattro uomini sono stati giudicati colpevoli e rischiano pene fino a 27 anni di carcere. I loro avvocati, tuttavia, hanno annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, in attesa della sentenza definitiva.

Picchiato a morte

Nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2021, Samuel Luiz stava lasciando una discoteca quando è stato violentemente aggredito da un gruppo di individui. Quest’ultimo, erroneamente convinto che Samuel li stesse filmando, lo ha aggredito dopo avergli rivolto insulti omofobi. In realtà il giovane stava svolgendo una semplice videoconferenza. L’aggressione fu così brutale che morì poche ore dopo.

Questo atroce omicidio segnò profondamente la Spagna, scatenando un’ondata di indignazione nazionale. Migliaia di persone si sono mobilitate per chiedere «Giustizia per Samuele» con slogan come: “Questi non sono colpi, questi sono omicidi”, “Basta con l’omofobia”, “Voglio solo vivere” o addirittura “Ci stanno uccidendo”.

Tre imputati giudicati colpevoli di omicidio aggravato e un quarto di complicità

Il processo, durato 21 giorni, ha accertato la responsabilità di quattro uomini adulti. Diego Montaña, nominato capobanda, così come Alejandro Freire e Kaio Amaral Silva, tutti e tre giudicati colpevoli di omicidio premeditato aggravato. Il quarto, Alejandro Míguez, è risultato complice. Amaral è stato inoltre condannato per aver rubato il telefono della vittima durante l’attacco.

Le pene richieste variano dai 13 ai 27 anni di reclusione, evidenziando la gravità dei fatti descritti“disumano” dalla giustizia. Inoltre, Catherine Silva, una donna coinvolta nel caso, è stata assolta nonostante il suo ruolo nell’ostacolare il salvataggio della vittima. Da notare che in questo caso erano già stati condannati due minorenni.

Consapevolezza nazionale

Questo caso ricorda la preoccupante realtà dei crimini omofobici in Spagna, dove secondo il Ministero dell’Interno nel 2023 sono stati denunciati 364 atti odiosi legati all’orientamento sessuale. Lo ha sottolineato Irene Montero, ex ministra per l’Uguaglianza “LGTBIfobia che uccide inizia con commenti o “battute” che incitano all’odio.”

Per le associazioni LGBTQI+ questa sentenza costituisce un passo avanti, con il riconoscimento ufficiale della natura omofobica del reato. Tuttavia, insistono sulla necessità di rafforzare le politiche di prevenzione e sensibilizzazione per sradicare l’odio e proteggere i diritti fondamentali.

Samuel Luiz rimarrà per sempre un simbolo di questa lotta contro l’intolleranza e la violenza.

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