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Israele: il Ministero delle Finanze prevede una forte ripresa economica nel 2025

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Il governo israeliano è cautamente ottimista riguardo alla ripresa economica del Paese entro il 2025, nonostante le attuali tensioni legate ai conflitti a Gaza e in Libano. Questa prospettiva incoraggiante è stata dettagliata martedì da Shmuel Abramzon, capo economista del Ministero delle Finanze, durante un’intervista a Bloomberg.

Le previsioni ufficiali prevedono una crescita significativa del PIL pari al 4,3% per il 2025, un notevole balzo rispetto al modesto 0,4% previsto per il 2024. Questa proiezione si basa su diversi indicatori positivi osservati negli ultimi mesi: il rafforzamento dello shekel dall’inizio di ottobre, l’aumento alla Borsa di Tel Aviv e il calo dei costi assicurativi per il debito sovrano israeliano.

Questa ritrovata fiducia è in gran parte spiegata dai successi militari contro Hezbollah e dalla crescente speranza di un cessate il fuoco con il gruppo libanese. Abramzon resta però cauto: “Ci sono ancora grandi incertezze da risolvere”, sottolinea, precisando che il miglioramento economico “dipenderà dall’esito sul fronte della sicurezza”. A livello di bilancio, il governo Netanyahu è fiducioso nella propria capacità di approvare il bilancio 2025 senza grandi cambiamenti alla Knesset. “Il processo parlamentare è sempre un po’ complicato con i negoziati”, ammette Abramzon, “ma alla fine si tratta di un parlamento di coalizione sul quale il governo ha un controllo piuttosto forte”. Il piano di bilancio prevede un deficit fiscale pari al 4,4% del Pil per il 2025, un netto miglioramento rispetto all’8% circa previsto per il 2024, un anno caratterizzato da un’impennata delle spese belliche e da un rallentamento in molti settori economici. Per raggiungere questo obiettivo, il piano 2025 prevede un pacchetto di misure fiscali e tagli alla spesa per un totale di circa 35 miliardi di shekel (9,6 miliardi di dollari).

Questa tabella di marcia economica dimostra la volontà del governo israeliano di ritornare rapidamente sulla via della crescita, pur riconoscendo che questa ripresa rimane strettamente legata all’evoluzione della situazione della sicurezza nella regione.

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