Il Look della settimana è di Hélène Pasgrimaud.
Questa mattina del 5 novembre, dopo aver appreso della rielezione di Trump, ho deciso di sedermi per scrivere il mio articolo. Dovremmo cedere al pessimismo di fronte all’aumento dell’estremismo? Oppure scegliere di valorizzare i successi che, nonostante tutto, esistono e ci permettono di vedere il bicchiere mezzo pieno? Opto per quest’ultima scelta perché spetta a noi dare il nostro contributo, valorizzando i successi quanto le difficoltà.
Oggi vorrei parlarvi di un tema che mi anima particolarmente: la cooperazione territoriale. Come possiamo riorientare i nostri comuni verso una transizione sostenibile? La dimensione delle nostre comunità (città, intercomunità, dipartimenti) è a misura d’uomo e consente la realizzazione di azioni alla nostra portata. Pertanto, in questo quadro locale, tutti possono immaginare un ruolo da svolgere a favore di una transizione sostenibile (cittadini, volontari della comunità, funzionari eletti, ecc.).
Per troppo tempo l’emergenza ecologica è stata slegata dalle disuguaglianze sociali e territoriali. Fortunatamente, i territori stanno riconquistando una centralità: hanno numerose leve per agire sulla crisi ecologica, sia attraverso le scelte di mobilità, di consumo, di alloggio, di conservazione delle risorse, di pratiche agricole e molte altre. I nostri territori sono già colpiti dai cambiamenti climatici (alluvioni, siccità, ecc.). Rimango convinto che di fronte a queste perturbazioni il primo passo sia imparare a cooperare nonostante le nostre differenze.
Sul piano economico sviluppiamo strutture cooperative come PTCE, Scic, Scop, Sem. In termini di interesse generale, rafforziamo le basi territoriali per creare spazi di autentica cooperazione e ridurre le disuguaglianze. Moltiplichiamo le iniziative interfunzionali per imparare a fare le cose insieme nonostante visioni a volte divergenti, c’è necessariamente qualcosa in comune per immaginare di “fare territorio”. La “cooperazione territoriale” rientra in particolare nello scenario di transizione ecologica proposto da Ademe. Diventa esso stesso una modalità di azione per la transizione sostenibile. La strada è lunga, il tempo è breve, ma senza cooperazione e coesione apriremo la strada all’estremismo. Non dimentichiamo la storia…
CV espresso
Mediatore della salute mentale presso il centro ospedaliero Henri-Laborit. Anche consulente e relatore in materia di prevenzione e promozione della qualità. Fondatore dell’associazione Humeur en bulk, sono un fervente difensore della promozione della democrazia sanitaria.
mi piace: la schiettezza, l’apertura, la diversità, il viaggio in senso lato, il cinema e la pittura.
non mi piace: conclusioni affrettate, etichette, isole galleggianti e ciclismo.
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