Parli dell’ipotesi in cui l’opposizione, quindi la destra, per esempio, andrebbe al potere a Parigi? Nessuno sa veramente cosa deciderebbe di fare una nuova squadra che combatte duramente il primato dell’attuale maggioranza al suo arrivo. Quello che bisogna sapere, però, è che la revisione del Piano Regolatore Locale (il PLU) – il documento che stabilisce come costruire e sviluppare la città per i prossimi quindici-venti anni – è un processo molto macchinoso e molto lungo. processo. Ecco, ha appena finito. È stata adottata mercoledì 20 novembre dal Consiglio di Parigi, dopo quattro anni e mezzo di lavoro. E non veniva più rivisto dal 2006.
Per quanto riguarda la pedonalizzazione delle strade lungo le rive, misura molto controversa e fortemente avversata dall’opposizione, non sono sicuro – ma non ne so nulla – che una nuova maggioranza prenderà la decisione di tornare altrove. Ciò sarebbe andato nella direzione opposta della storia urbana, di quanto accade altrove, nelle metropoli. Perché questa limitazione del posto dell’auto in città, questo riequilibrio fatto a vantaggio dei pedoni, delle biciclette e degli altri movimenti, è un movimento che attraversa molte grandi città occidentali.
Per quanto riguarda il rinverdimento dello spazio pubblico, e l’incoraggiamento a rendere più verde questa città così minerale, soprattutto grazie a queste nuove regole urbanistiche, va ribadito che il clima del 2050 non sarà affatto lo stesso di quello di oggi, e che esiste l’urgenza di adattare gli spazi urbani a questi grandi cambiamenti. Altrimenti c’è il rischio che le città diventino invivibili per i loro abitanti.
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