Sono queste le domande a cui si è interessato il nostro ospite in un vasto studio pubblicato ieri dalla Fondazione Cartesio. Esplora come si costruisce l’adesione alle narrazioni delle potenze straniere all’interno della popolazione francese. Perché al di là degli attacchi informatici e della diffusione massiccia di informazioni false, in tempo di guerra, qualunque sia la veridicità dei discorsi pronunciati, ciascuna potenza difende una narrazione alla quale le popolazioni aderiscono in misura diversa.
Laurent Cordonier definisce il racconto di guerra come il discorso dei protagonisti dei vari conflitti in corso nel mondo. L’obiettivo della storia, sostiene, è cercare di legittimare le azioni, le posizioni assunte in un conflitto. “Raccontiamo una storia che può contenere verità, falsità, un misto di entrambe. Ci permette di dire perché qualcuno prende parte a questa storia, perché qualcun altro combatte contro un certo attore.“. Il metodo si basa su un campione rappresentativo di 4.000 francesi ai quali vengono esposti gli elementi della storia.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, “i francesi sono molto più sensibili alla storia ucraina, assicura Laurent Cordonier. La storia russa si vendica poco.
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