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NHL: Travis Boyd si imbatte nel traffico per non perdere la partita

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Travis Boyd (31 anni) è un giocatore professionista di hockey che tiene stretto il suo sogno di affermarsi nella NHL, campionato in cui ha pattinato 297 volte. Ma un campionato in cui non veniva convocato, prima di sabato, dall’inizio della stagione regolare 2024-2025.

Nella categoria di gioco più competitiva al mondo, l’attaccante americano è quello che viene chiamato un “giocatore di profondità”. O un “ragazzo che riempie la maglia”. La scorsa stagione, quando era compagno di squadra del difensore islandese Janis Moser in Arizona, la sua media di gioco era di soli 9’37”.

Nell’estate del 2024, Travis Boyd ha firmato un contratto di un anno, con stipendio minimo (775.000 dollari), con la Minnesota Wild, l’organizzazione della regione in cui ha trascorso la sua infanzia. Ma, alla fine del training camp, è stato esonerato, ignorato dalle altre 31 squadre della NHL e inserito nell’Iowa Wild, il club scolastico del Minnesota nella American Hockey League.

Non è lo scenario previsto, davvero…

E ora, dopo sette settimane nelle cosiddette leghe minori, Travis Boyd ha ricevuto sabato la tanto attesa chiamata. Ad esempio, il direttore generale che gli dice: “Unisciti a noi a Calgary, stasera suonerai”.

Boyd salì rapidamente su un aereo per Calgary. All’aeroporto viene accolto da un membro dell’organizzazione. Ma il viaggio verso Saddledome, la pista di pattinaggio dei Flames, si fa duro.

Preso nella neve e negli ingorghi, abbandona il veicolo sul ciglio della strada e inizia a correre con le scarpe da strada senza calzini. “Dom (ndr: la persona che è venuta a prenderlo) e ho dovuto letteralmente scendere dalla macchina e correre per strada”, ha detto. Avevo la mia borsa sulla spalla e Dom portava i miei bastoni, correndo nella neve in abito e scarpe eleganti con una borsa sulla schiena.

E’ arrivato puntuale alla partita persa ai rigori (4-3 tab.) nella quale ha giocato per 8’23”. “Ricorderò questo giorno come un grande giorno”, ha aggiunto. Che storia pazzesca. Ma adesso posso dire di aver giocato a un gioco per The Wild. È un sogno d’infanzia”.

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