Fondata negli anni '80, Charpentier TP ha partecipato in particolare alla costruzione di riserve destinate all'irrigazione intensiva di Mauzé-sur-le-Mignon e Sainte-Soline, nonché ad altre opere simili realizzate in Vandea. “Mettere fuori pericolo queste macchine permette di fermare concretamente i cantieri in corso e di ricordare che nessun responsabile è irraggiungibile”, affermano gli autori di questa “azione” e di una lettera anonima indirizzata a diversi editoriali. uffici nonché ai collettivi Bassines Non Merci (BNM) e Soulèvements de la terre.
“Ciò continuerà finché non ci saranno vere discussioni sulla condivisione dell’acqua”
In questa lunga missiva inviata via e-mail, gli autori designano questo atto volontario come una “risposta diretta alla partecipazione di questa azienda ai progetti dei mega-bacini” e denunciano un “modello di presa dell’acqua e [la] promozione dell’agroindustria. Questo sistema, scrivono ancora, “distrugge il nostro territorio, fa sparire i contadini, specula sul frutto del nostro sfruttamento”.
In quanto tale, la società Charpentier TP viene descritta come “l'orco del Poitou”. [s’étant] in gran parte ingrassato in cambio del suo ruolo nei cantieri che distrussero il Marais Poitevin e il Pays Mellois”. Questa lettera si conclude con queste minacce: “Qualsiasi attore che sarà associato ai futuri progetti di mega-bacini […] ne subirà le conseguenze”. I suoi autori manifestano il desiderio di “influenzare chiaramente la continuazione dei progetti per porvi semplicemente fine”.
La procura di La Roche-sur-Yon non ha dato seguito. Secondo l'AFP, la procura della Vandea non sarebbe stata informata di una simile denuncia. La società Charpentier TP non ha voluto commentare ulteriormente. Il portavoce del collettivo BNM, Julien Le Guet “prende atto, non approva e non condanna” questo incendio. “È la continuità di un movimento che va oltre noi, in cui tante persone si riconoscono e agiscono con il proprio DNA. Questo dimostra rabbia, non abbiamo l’esclusività di questa rabbia. E questo continuerà finché non ci saranno vere discussioni sulla condivisione dell’acqua”, ritiene Julien Le Guet.
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