Le autorità degli Emirati hanno annunciato lunedì 25 novembre di aver identificato gli assassini di Zvi Kogan, un rabbino israelo-moldovo trovato morto due giorni prima negli Emirati Arabi Uniti, dove risiedeva.
Gli autori del delitto, arrestati il giorno prima, sarebbero Olimpi Tohirovic (28 anni), Mahmoud John Abdel Rahim (28 anni) e Azizi Kamilovic (33 anni). “Tutti e tre sono di nazionalità uzbeka”, indica il quotidiano di Dubai Giornale, chi lo aggiunge “velocità” del lavoro di polizia è una garanzia delle capacità degli Emirati di farlo “affrontare tutti i tentativi volti a compromettere la sicurezza e la stabilità” del paese.
Zvi Kogan era scomparso da giovedì e la sua auto abbandonata è stata ritrovata a un'ora da casa sua ad Abu Dhabi. 28 anni, si è trasferito negli Emirati Arabi Uniti nel 2020, anno della firma degli accordi per normalizzare le relazioni tra gli Emirati e Israele, noti come Accordi di Abraham, precisa il quotidiano libanese L'Oriente-Il giorno.
Vi officiò come emissario di “Chabad-Lubavitch, un movimento chassidico ultra-ortodosso guidato da un impegno missionario globale per rafforzare l’identità ebraica”, in questo caso espatriati di origine ebraica residenti negli Emirati, il cui numero è stimato tra le 500 e le 3.000 persone.
A questo scopo, Zvi Kogan è riuscito ad aprire un supermercato kosher nel centro di Dubai, spiega ulteriormente. L'Orient-Le Jour.
Le autorità degli Emirati sono discrete
Le autorità degli Emirati Arabi Uniti non lo menzionano “la nazionalità israeliana della vittima, ma parlare di lui solo come moldavo”, osserva il quotidiano britannico Il Guardiano. Per Abu Dhabi si potrebbe trattare di slegare il più possibile questo crimine da possibili critiche alla sua diplomazia regionale, la più favorevole a Israele tra i paesi della regione.
Il potere ha inoltre avanzato molto rapidamente l'ipotesi di un'operazione dei servizi segreti iraniani, intesa a destabilizzare gli Emirati Arabi Uniti, sempre come per allontanare questo crimine dalla società emiratina.
Ciò contrasta con le reazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per il quale non si tratta di un’operazione di guerra ibrida, ma di una “spregevole attacco terroristico antisemita”, riferisce il quotidiano israeliano Haaretz.
Israele ha anche ricordato di aver consigliato ai suoi cittadini l'anno scorso di farlo“evitare viaggi non essenziali” negli Emirati, e per chi ci va di non identificarsi come israeliano e di non andare in posti “associato a Israele e alla comunità ebraica”, indica da parte sua Il New York Times.
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