Marcel Vadella appare da questo martedì 26 novembre davanti alle assise dell'Alta Corsica. Questo commerciante di 50 anni è accusato dell'omicidio di Jamal Fadil e del tentato omicidio di Jaoide Fadil, il 19 dicembre 2020, a Lupino.
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Un omicidio e un tentato omicidio davanti alla Corte d'assise dell'Alta Corsica. Il caso risale al 19 dicembre 2020: è scoppiato un violento alterco tra Marcel Vadella e due fratelli, Jamal e Jaoide Fadil. I fatti sono avvenuti presso il bar “L'Arcole”, situato in rue Santa Maddalena, nei quartieri sud di Bastia, di cui il primo è gestore.
Contattata, la polizia è arrivata sul posto all'inizio del pomeriggio. Marcel Vadella, presente sulla scena, ha detto loro di aver sparato diversi colpi. Jamal Fadil, 40 anni, colpito più volte da colpi di arma da fuoco, è morto sul posto. Suo fratello Jaoide è gravemente ferito.
Il 21 dicembre, due giorni dopo i fatti, il commerciante è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario e tentato omicidio volontario e posto in custodia cautelare presso la Casa di pena di Borgo. Vi rimase per due anni e mezzo, prima di una sentenza della Camera di inchiesta, nel luglio 2023, che gli concesse la detenzione domiciliare sotto sorveglianza elettronica in attesa del processo, svoltosi nel continente.
Perché il gestore del bar ha potuto commettere questa sparatoria? Nel corso delle indagini, la polizia si è subito diretta verso un indizio: uno scontro avvenuto, a quanto pare, il giorno prima dell'incidente, tra i tre uomini, e nello stesso luogo. Litigio nel corso del quale il cinquantenne sarebbe stato picchiato, minacciato di morte e vittima di tentativi di estorsione. Una versione dei fatti smentita da Jaoide Fadil.
Al centro del conflitto: una controversia commerciale riguardante un altro bar di proprietà di Marcel Vadella e gestito dai fratelli Fadil e, più precisamente, ingenti debiti di affitto che questi ultimi avevano nei confronti del primo, secondo l'imputato. Nathalie Airola, consulente di Marcel Vadella, ha assicurato nel giugno 2023 – data in cui si sarebbe dovuto tenere inizialmente il processo – che il suo cliente aveva cercato a lungo di risolvere le cose in via amichevole, prima che la situazione degenerasse il giorno prima della tragedia.
Lo stesso gestore del bar ha contattato la polizia dopo i fatti e si è fatto prigioniero, ha detto il pubblico ministero di Bastia, Arnaud Viornery, senza fornire ulteriori dettagli sul suo movente. L'imputato, da parte sua, si difende legittimamente.
Ricordiamo che Jamal e Jaoide Fadil erano già sfavorevolmente conosciuti dalla polizia. Presentato come membro del banditismo locale, Jaoide Fadil è stato, nell'ottobre 2023, condannato in appello a cinque anni di carcere per complicità nella distruzione dell'incendio dello stabilimento “La mise au verre”.
Questo processo avrà lo scopo di far luce su questa vicenda. L'imputato rischia fino a 30 anni di reclusione penale. La sentenza è attesa venerdì 29 novembre.
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