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l’invio di truppe occidentali nuovamente in discussione

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Keir Starmer, primo ministro britannico, ed Emmanuel Macron, durante le commemorazioni dell’armistizio dell’11 novembre 1918, Place de l’Etoile, a Parigi, 11 novembre 2024. LUDOVIC MARIN / VIA REUTERS

Mentre il conflitto in Ucraina entra in una nuova fase di escalation, si è appreso che sono state riattivate le discussioni sull’invio di truppe occidentali e compagnie di difesa private sul suolo ucraino. Il mondo da fonti coerenti. Dibattiti delicati, sostanzialmente riservati, ma ben rilanciati, soprattutto nella prospettiva di un possibile disimpegno americano dal sostegno a Kiev, dopo l’insediamento di Donald Trump negli Stati Uniti il ​​20 gennaio 2025.

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Il dibattito sull’invio «truppe» in Ucraina, avviato con il botto dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, durante un incontro tra gli alleati di Kiev a Parigi in febbraio, aveva suscitato una forte opposizione da parte di alcuni paesi europei, guidati dalla Germania. Questo scenario non è stato ancora sepolto. Secondo le nostre informazioni, nelle ultime settimane ha addirittura ripreso vigore, in particolare grazie alla visita in Francia del primo ministro britannico Keir Starmer, in occasione delle cerimonie dell’11 novembre.

“Sono in corso discussioni tra il Regno Unito e la Francia riguardo alla cooperazione in materia di difesa, in particolare con l’obiettivo di creare un gruppo centrale di alleati in Europa, focalizzato sull’Ucraina e sulla più ampia sicurezza europea”, confidato nei giorni scorsi a Mondouna fonte militare britannica.

“Non impostare linee rosse »

Osservazioni coerenti con quelle fatte dal Ministro degli Affari Esteri, Jean-Noël Barrot, in visita a Londra il 22 novembre. In un’intervista alla BBC il 23 novembre, ha invitato gli alleati occidentali a farlo “Non fissare ed esprimere le linee rosse” riguardo al loro sostegno all’Ucraina. Interrogato anche sulla possibilità di inviare truppe francesi sul posto, ha dichiarato: “Non escludiamo alcuna opzione. »

Da parte del Ministero delle Forze Armate e dell’Eliseo non c’è per ora il via libera ufficiale all’invio di truppe convenzionali o di prestatori di servizi privati. Ma da diversi mesi le proposte sono chiaramente sul tavolo. Come quello della società Défense Conseil International (DCI), principale operatore del Ministero delle Forze Armate per il monitoraggio dei contratti di esportazione di armi francesi e il trasferimento del relativo know-how militare. E di cui lo Stato è azionista al 55%.

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Composto per l’80% da ex militari, il DCI sarebbe pronto a continuare ad addestrare i soldati ucraini in Ucraina, come già fa in Francia e Polonia. Potrebbe anche, se necessario, garantire il mantenimento dell’equipaggiamento militare francese inviato a Kiev. La DCI è stata contattata in questo senso da Babcock, il suo equivalente britannico già presente in Ucraina, per condividere l’influenza che quest’ultima esercita lì. Nel maggio 2024, Babcock annunciò che il lavoro era “in corso” creare un sito di supporto tecnico per l’Ucraina, “compresa la riparazione e la revisione di veicoli militari”, è scritto nella sua relazione annuale 2024.

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