I prezzi del petrolio hanno registrato un certo aumento negli ultimi giorni e questo è continuato naturalmente anche questo sabato, 23 novembre 2024. Ciò si spiega con la situazione sempre più preoccupante del conflitto in corso in Ucraina, dopo che la Russia di Vladimir Putin ha inviato un messaggio seriamente minaccioso alla NATO.
Il barile Brent, riferimento del petrolio algerino, si è infatti attestato a 75,15 dollari, in rialzo dell'1,27% intorno alle 15.00. Il suo equivalente americano, il barile del West Texas Intermediate (WTI), è balzato dell'1,63%. $ 71,24. Diverse analisi stabiliscono un legame diretto tra l'aumento del prezzo dell'oro nero e la pericolosa escalation registrata questa settimana in Ucraina, la geopolitica ha confermato che non è mai lontana dall'evoluzione dei prezzi del petrolio.
“I prezzi del petrolio greggio hanno ripreso a salire a causa del nervosismo tra Russia e NATO”, ha affermato Andy Lipow, di Lipow Oil Associates, nelle sue risposte all'Agence France Presse (AFP). L'analista si riferisce all'ultimo sviluppo della guerra in Ucraina, consistente nell'utilizzo da parte delle forze armate russe di un nuovo missile, progettato per trasportare una testata nucleare.
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La guerra in Ucraina fa salire i prezzi del petrolio
Questo perché Putin vuole inviare un messaggio chiaro agli Stati Uniti e anche agli europei che sostengono direttamente l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Va detto che anche gli americani e gli inglesi hanno compiuto un passo senza precedenti in questo conflitto, autorizzando l’Ucraina di Volodymyr Zelenskyj a utilizzare missili a lungo raggio. Si tratta di due attacchi effettuati dall'Ucraina sul suolo russo, utilizzando missili Storm Shadow statunitensi, ATACMS e britannici, armi con una gittata di circa 300 km.
Per il capo del Cremlino questa nuova fase della guerra in Ucraina ha assunto “un carattere globale”, in altre parole l'Occidente partecipa ora chiaramente a questa guerra contro la Russia. Vladimir Putin ora minaccia di colpire i paesi che forniscono armi all’Ucraina. Per Andy Lipow, “il mercato sta tenendo conto di una maggiore probabilità di interruzione dell’offerta”.
Detto questo, secondo lo stesso analista, i prezzi del petrolio non dipendono solo dalla geopolitica, ma rispondono anche a considerazioni economiche e commerciali. È il caso del calo della domanda di petrolio dalla Cina e delle esitazioni dell’OPEC+ su un’eventuale prosecuzione delle riduzioni volontarie della produzione. Questo è ciò che pensa John Evans di PVM Energy, mentre Phil Flynn di Price Futures Group ritiene che anche il mercato stia osservando il rialzo del dollaro.
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