È nel cuore di Mulhouse, in rue de l'Arsenal, che lo chef Christian Uhlen ci ha accolto. Il suo ristorante, Zum Sauwadala, immerge i clienti in un'atmosfera calda e tipicamente alsaziana: tovaglie a quadretti bianchi e rossi, collezione di boccali appesi a una trave del soffitto, statuette di porcellini, cicogne…
I piatti più apprezzati: crauti, fleischschnacka e baeckeoffe
Il ristoratore condivide con piacere la sua esperienza e la sua visione della cucina locale. Le sue origini alsaziane lo hanno naturalmente spinto a mettere in risalto la gastronomia della nostra regione. Zum Sauwadala, il cui nome significa “con la coda del porcellino”, evoca già con questo nome dialettale l’Alsazia. La struttura accoglie tanto gli abitanti di Mulhouse e dei suoi dintorni quanto i turisti.
Il ristorante serve “in media tra 150 e 220 posti a sedere al giorno”, spiega Christian Uhlen. I piatti più richiesti dai clienti sono molto conosciuti nella regione, come gli emblematici crauti, così come la fleischschnacka (“lumache di carne”) o anche il baeckeoffe, un piatto principalmente a base di carne di maiale e mela di terra. Questi sono i piatti che lo chef preferisce cucinare. Per quanto riguarda i dessert, un bel posto nel menu del ristorante è occupato dalla Foresta Nera e dal Kougelhof ghiacciato.
Ricette di famiglia
I piatti proposti da Christian Uhlen sono “ricette di famiglia”, precisa lo chef, che durante le feste dell'anno aggiunge suggerimenti al suo menù fisso. Il ristoratore adatta la sua cucina alle aspettative di alcuni clienti. Cerca così di alleggerire al meglio alcuni piatti, la cucina tradizionale alsaziana è spesso ricca di grassi. Inoltre collabora con i produttori locali, ad esempio per procurarsi i crauti.
Christian Uhlen è dietro ai fornelli con suo figlio, anche la figlia fa parte da tempo del team come pasticciera. Sebbene il marchio esista da quarant'anni, l'attuale chef ha rilevato il locale tre anni fa. Nota che le condizioni di lavoro nella ristorazione si sono evolute, “soprattutto per quanto riguarda gli orari che sono diventati un po' più flessibili”, osserva.
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