La morte di Gaëtan Ronzi ha commosso molto gli abitanti di rue de Sauvin ad Ambarès-et-Lagrave, alla fine dello scorso settembre. L'imprenditore, in pensione dal 1996 e che si preparava a festeggiare il suo 88esimo compleanno, è stato aggredito nella sua abitazione da tre persone, la sera del 20 settembre. Colpito al volto e al corpo, è stato colpito alla testa da un proiettile di piccolo calibro sparato da un fucile.
Sono stati i vicini, preoccupati di non vederlo per diversi giorni, a lanciare l'allarme. A fare la macabra scoperta sono stati i vigili del fuoco. All'interno dell'abitazione è stata ritrovata una cassaforte rotta.
Due mesi dopo, a seguito di accurate indagini da parte dei gendarmi della Sezione di ricerca di Bordeaux (SR) e della compagnia Bordeaux-Bouliac, lunedì 18 novembre tre sospettati sono stati arrestati nell'ambito di un'indagine giudiziaria aperta dalla procura per omicidio.
Due persone incarcerate
Posti in custodia di polizia per un periodo di novantasei ore, sono stati presentati giovedì 21 novembre al gip incaricato del caso e accusati di omicidio colposo, estorsione, furto collettivo organizzato, partecipazione ad associazione per delinquere con al fine di preparare un delitto e un'estorsione con atti di tortura e barbarie.
Un uomo di 38 anni e un minore di 17 anni sono stati sottoposti a mandato d'arresto e incarcerati nel centro penitenziario di Gradignan. Un giovane di 22 anni, il cui grado di coinvolgimento è inferiore, è stato posto sotto controllo giudiziario. Vivono tutti nella zona del Bec d’Ambès.
Il nucleo investigativo dei gendarmi ha tracciato il loro percorso grazie soprattutto al lavoro di un esperto in morfoanalisi di tracce ematiche. Sulla base dei rapporti dei tecnici dell'identificazione criminale del gruppo della gendarmeria della Gironda, l'esperto è stato in grado di stabilire la cronologia degli eventi. Il cappio si è poi stretto sui sospettati.
Gli investigatori, con il supporto del Gruppo di Osservazione e Sorveglianza (GOS), li hanno “pedinati” fino al loro arresto. Questi ultimi sono già noti alla magistratura per atti di furto con scasso e detenzione di sostanze stupefacenti. Ora rischiano trent'anni di reclusione penale davanti alla Corte d'Assise.
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