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A 30 anni dalla sua adozione, che bilancio si può fare della legge Toubon?

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1. La legge Toubon è al centro del nostro patto repubblicano

La legge del 4 agosto 1994 relativa all’uso della lingua francese è un testo importante e costituisce una delle “leggi grandi” del Ministero della Cultura. Si concretizza l’applicazione dell’articolo 2 della Costituzione: “la lingua della Repubblica è il francese”, nell’istruzione, nel lavoro, negli scambi (in particolare nelle manifestazioni pubbliche, nella pubblicità, nelle pratiche di consumo, ecc.) e nei servizi pubblici.

Contrariamente alle immagini caricaturali che talvolta le sono state attribuite, la legge Toubon è aperta agli sviluppi della lingua e di altre lingue. Il suo scopo non è quello di esercitare un controllo sulla lingua, con l’obiettivo di preservarne una purezza immaginaria.

Legge sulla coesione sociale, mira soprattutto a garantire quotidianamente l’uguaglianza dei cittadini. Garantisce a tutti l’accesso in francese all’informazione, alla conoscenza, alla cultura e ai servizi pubblici. Stabilisce una base protettiva per consumatori, utenti e dipendenti, garantendo loro il “diritto al francese” nella loro vita quotidiana.
La Francia è uno dei rari stati ad avere un simile quadro giuridico. Ciò ha dimostrato la sua efficacia in molti ambiti, e rimane pienamente attuale in un momento in cui le questioni dell’intelligibilità e dell’accessibilità dei messaggi rivolti ai cittadini rappresentano una priorità per le politiche pubbliche.

La condivisione di una lingua comune è quindi un prerequisito per contrastare ogni forma di esclusione, sia sociale, culturale o generazionale, in tutto il territorio della Repubblica.

Diversi studi dimostrano che i nostri concittadini sono molto attaccati alla loro lingua. Quasi 2 francesi su 3 ritengono utile che una legge garantisca l’uso del francese nella società, mentre il 90% di loro ritiene essenziale che i servizi pubblici utilizzino la lingua francese con gli utenti. Segno della sua modernità, per i giovani dai 18 ai 24 anni, la lingua francese costituisce l’elemento che più unisce i francesi.

Tuttavia, come evidenzia un recente rapporto del Senato, la legge Toubon è ancora troppo spesso sconosciuta, talvolta fraintesa e non sufficientemente applicata.

Gli sviluppi tecnologici, la globalizzazione del commercio, alcune imprecisioni editoriali che potrebbero aver portato a una giurisprudenza negativa che riduce la portata del testo, sono tutti punti che devono essere affrontati.

2. A trent’anni dall’adozione della legge Toubon, una riflessione collettiva per agire a favore della nostra lingua

Di fronte a queste osservazioni, il Ministero della Cultura intende aprire una riflessione collettiva su questo quadro giuridico e, più in generale, sulle politiche attuate a favore delle nostre lingue.

Una serie di conferenze arricchiranno le discussioni attorno a queste questioni, collocando i dibattiti in una prospettiva storica, giuridica e politica:

Organizzato con il sostegno scientifico degli Archivi nazionali, del Centro Jean-Mabillon (École nationale des chartes), del Centro Roland-Mousnier (UMR 8596 CNRS/facoltà di lettere dell’Università della Sorbona) e in collaborazione con la Cité internationale de la langue française , questa giornata scientifica ci permetterà di comprendere la politica linguistica dello Stato studiando la portata dell’ordinanza Villers-Cotterêts del 1539.

  • Il 6 dicembre 2024, un secondo L’evento si svolgerà presso l’Institut de , in collaborazione con l’Académie française e l’Institut de France, per un approccio contemporaneo alle nostre politiche linguistiche

La mattinata, aperta da Xavier Darcos, cancelliere dell’Institut de France, e Amin Maalouf, segretario permanente dell’Académie française, sarà dedicata a la “Storia della politica linguistica dal 1789”con la partecipazione di parlamentari, giuristi e linguisti. Si discuterà in particolare del rapporto del francese con le lingue regionali data la ricca diversità linguistica del nostro Paese.

Nel pomeriggio si porrà la questione del francese “Lingua della Repubblica”. Aperta da Jean-François Roberge, Ministro della Lingua francese del Quebec e chiusa da Rachida Dati, Ministro della Cultura, sarà l’occasione per interrogarsi sulle politiche pubbliche attuate a favore della nostra lingua attraverso due tavole rotonde.

UN prima tavola rotondanella quale interverranno in particolare il signor Jacques Toubon, ex ministro, e il signor Jean-Marc Sauvé, vicepresidente onorario del Consiglio di Stato, cercherà di valutare l’efficacia e la percezione della legge del 4 agosto 1994 con riguardo agli sviluppi contemporanei della società.

UN seconda tavola rotondabasandosi sulle parole dei parlamentari, esaminerà poi le prospettive di sviluppo di questo quadro giuridico alla luce di tale valutazione.
In un contesto di profondo cambiamento e segmentazione della nostra società, quali sarebbero le trasformazioni auspicabili in risposta alle aspettative della società? Come tradurli concretamente nelle politiche linguistiche attuate per tutti i nostri concittadini?

L’emergere di soluzioni concrete a queste domande, con il sostegno di tutti i partner rappresentativi, è una forte ambizione di questi eventi che costituiranno un’opportunità per una mobilitazione senza precedenti a favore della nostra lingua.

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