Arte contemporanea a Vevey –
Tre premi per una mostra suggestiva
Ricevendo una distinzione, gli artisti hanno vinto una mostra al Museo Jenisch. E non si tratta di una semplice vetrina onoraria.
Pubblicato oggi alle 11:31
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- Il Museo Jenisch, a Vevey, espone tre artisti vodesi contemporanei.
- Noémie Doge presenta i suoi dittici con matita di grafite.
- Anjesa Dellova evoca le “Lamentazioni” nei suoi monocromi.
- Anaëlle Clot espone parte del suo diario disegnato.
Se il silenzio in un museo è sempre più una regola di condotta obsoleta, entrando nello Jenisch Museum di Vevey, sperimentiamo questo silenzio. Spontaneamente. E – osiamo – sotto l’influenza dei pezzi monumentali di Anjesa Dellova, Anaëlle Clot e Noémie Doge, ma anche nella loro ponderata misurazione delle cose della vita, della natura. Dal collegamento. Legante. Durata.
Nel pretesto della mostra, i tre artisti non hanno alcun legame particolare, tranne il fatto che lavorano nel cantone di Vaud e che hanno appena vinto l’uno o l’altro dei premi d’arte che accompagnano la scena contemporanea, accompagnato da una mostra museale. Il Premio Alice Bailly per i primi due (2023, 2024), il Jacqueline Oyex Distinction (2024) per l’ultimo. Una boccata d’aria fresca per questi talenti. Tanto quanto un’opportunità per i visitatori di entrare nei loro mondi artistici.
Anjesa Dellova non si ferma
Ci sarà fine a queste “Lamentazioni” che dipinse Anjes Dellova (*1994), ogni volta innervato da un’altra tensione, fino a formare un muro di umanità? La trentenne losannese, che lascia emergere sulla tela questi esseri dagli occhi spalancati e che accompagna attraverso il gesto l’idea della fragilità umana strofinando la sua materia dipinta, non riesce a immaginarlo. “È un modo di resistere”, dice. Come la sua scelta “intuitiva” del monocromo vermiglio, è un atteggiamento che si apre su altre emozioni oltre al semplice pathos. Vincitore del Premio Kiefer Hablitzel & Göhner (2022), della Borsa Alice Bailly (2023), del Leenaards Cultural Grant (2024), Anjesa Dellova è stata presentata anche ad Art Genève 2024 dal Galleria Fabienne Levy.
Noémie Doge tra due tempi
È mimetico! Ci ritroviamo quasi ad aprire bocche e occhi grandi come quelli che Noémie Doge (*1983) appare in questi disegni a grafite. Tracciati con il senso del dettaglio degli antichi, con questo gusto per la costruzione dell’immagine, questa intenzione di far emergere le forme dal nulla, loro hanno l’arte… ma anche la maniera. La stranezza, perfino il disagio, si infiltrano nella sua realtà, in questo varco che separa i fogli dei suoi dittici. Lo spazio della decostruzione? Ricostruzione? Nata a Moudon, formata a Ginevra, Amsterdam e Londra, Noémie Doge è entrata nelle collezioni del Pully Art Museum, del Mudac di Losanna, del Museo d’Arte e di Storia di Ginevra e del Royal College of Art di Londra. Oggi Jacqueline Oyex Distinction, ha ricevuto la borsa di studio Alice Bally nel 2018.
Anaëlle Clot nella fiducia
La natura è più di un soggetto nel viaggio murale e spirituale diAnaëlle Clot (*1988), è lei in questione. L’artista lavora con penna e inchiostro vegetale per trasmettere la sua meraviglia e le sue ansie.
“All’inizio di questa serie c’è l’urgenza di digerire e mettere su carta le emozioni. Non implodere. Fertilizzare le idee. I primi tratti sono liberatori. Disegno e scrivo, nero su bianco, l’eccitazione della primavera, i semi che germinano, la terra nera, il brulicare delle radici e la danza dei funghi. Esposto in numerosi spazi d’arte contemporanea, vincitrice della Borsa di Studio Alice Bailly (2024)ha pubblicato la Vaudoise d’Assens “Ruminazioni sulle germinazioni – Diario disegnato” quest’anno ad art&fiction.
Vevey, Jenisch Museum, fino all’8 dicembre. Mar-dom (11:00-18:00). È previsto un incontro con gli artisti il 21 novembre (ore 18,30). museejenisch.ch
“Offri la tua arte al museo”
Con il verde, luminoso come un prato sovralimentato, scelto per colorare le pareti di un’altra delle nuove mostre di Jenisch, che sull’arricchimento delle collezioni, non siamo lontani dall’atomizzazione dei codici museali. O forse l’espressione di un’esplosione di gioia? Nathalie Chaix, direttrice del museo, lo porta dentro di sé da quando l’ha sentito tre volte di seguito, da tre artisti diversi… “È un regalo! Puoi scegliere quello che vuoi.” Valeva davvero la pena di fare una mostra. Con un signore, quello del museo: l’arte della linea.
Volutamente animaleschi come pagine tratte dal grande libro della natura, i disegni dello scultore francese Charles de Montaigu (*1946) aprono questo corteo di donazioni. Con quelli del Lausannois Gaspard Delachaux (*1947), anche lui scultore, seguiamo tutto un mondo di chimere che si sono depositate sul foglio, favolose, curiose. Amico! L’ultima stanza, quella dell’artista ticinese Andrea Gabutti (*1961), vibra, puramente vegetale. In un linguaggio oscillante tra la forza espressiva dei fiori, delle foglie e il loro potere evocativo. (FMI)
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Firenze Millioud è entrato nella sezione culturale nel 2011 per passione verso gli uomini di cultura, dopo essersi occupato di politica ed economia locale dal 1994. Storica dell’arte, collabora alla redazione di cataloghi di mostre e opere monografiche sugli artisti.Maggiori informazioni
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