Il capitalismo sfrenato, libertario e in fase terminale di fascistizzazione, sta entrando dalla porta principale. Il miliardario Elon Musk, appena nominato consigliere speciale del neo rieletto presidente Donald Trump, ha rivelato, per la prima volta in dettaglio, il suo piano “radicale” di riforma dello Stato federale. Mercoledì 20 novembre ne ha riassunto i punti principali nelle colonne di Giornale di Wall Streetla piattaforma preferita nel mondo della finanza americana.
L’ex imprenditore e il suo discendente spirituale avevano già fornito diversi indizi sulla loro visione dello Stato, quando i primi credevano apertamente che gli eletti democratici fossero “più pericoloso” come interferenze russe o cinesi, di fronte a un Elon Musk tutto sorridente, durante la loro “intervista” trasmessa in diretta su X, il 12 agosto. Attraverso questo attacco, il sistema nel suo insieme viene davvero messo a dura prova “nemici interni”che è preso di mira.
Una “transizione al settore privato”
Licenziamenti massicci di dipendenti pubblici, eliminazione dei sussidi e deregolamentazione: sostenuto dal futuro presidente degli Stati Uniti, il fondatore di Tesla e SpaceX intende riprendere il controllo di un sistema che considera sclerotico. “La maggior parte delle decisioni relative alle forze dell’ordine e alla spesa pubblica discrezionale non vengono prese dal presidente democraticamente eletto, e nemmeno dai suoi rappresentanti politici, dice nel suo articolo firmato insieme a Vivek Ramaswamy, secondo membro della coppia responsabile del taglio della spesa pubblica. Ma da milioni di dipendenti pubblici non eletti e non nominati nelle agenzie governative, che si considerano al sicuro dai licenziamenti grazie alle tutele del servizio civile. »
In testa a questa notizia “commissione per l’efficienza governativa”i due miliardari promettono di lanciare “massicce riduzioni del personale nella burocrazia federale”con “transizione al settore privato” o condizioni di partenza “decente” per i dipendenti pubblici licenziati. I due suggeriscono anche di affrontare il telelavoro, nell’ottica di favorire la cosiddetta produttività distorta dal lavoro da casa piuttosto che le condizioni di vita dei lavoratori. Una politica che, secondo loro, “porterebbe a una gradita ondata di partenze volontarie”.
Infine, Elon Musk e Vivek Ramaswamy – nonostante si presentino come «imprenditori» e non “politici” – non esiterà a indebolire o addirittura distruggere la radiodiffusione pubblica americana o le organizzazioni considerate “progressisti”.
La pianificazione familiare è particolarmente nel mirino dei due imprenditori, antifemministi e transfobi convinti e sostenitori incalliti di una società patriarcale. Lo ricorda Vivek Ramaswamy, che considera Donald Trump il “miglior presidente del 21° secolo” – ed Elon Musk si sono distinti prendendo posizione contro la legalizzazione dell’aborto, contro l’immigrazione o, più in generale, contro qualsiasi progresso sociale ritenuto troppo di sinistra.
Gli obiettivi potranno quindi soddisfare l’elettorato repubblicano: nel mirino i 535 milioni di dollari versati al servizio pubblico (radio e televisione), i 300 milioni di dollari di aiuti alle associazioni e l’1,5 miliardo di dollari stanziati per le organizzazioni internazionali. Accanto a “500 miliardi di dollari” la spesa, come minimo, potrebbe essere eliminata molto rapidamente.
Sulla base delle recenti decisioni della Corte Suprema
Per raggiungere il loro obiettivo, i due imprenditori contano sull’appoggio della Corte Suprema, sotto la bandiera repubblicana e favorevole allo smantellamento dello Stato federale. Soprattutto, credono di poter fare a meno del Congresso, normalmente l’organo più autorizzato per quanto riguarda l’evoluzione del bilancio federale. Elon Musk e Vivek Ramaswamy spiegano, nel loro articolo, su come basare la loro strategia “Costituzione americana”la cui interpretazione si basa su recenti decisioni della Corte Suprema.
I giudici conservatori della corte americana hanno notevolmente limitato, alla fine di giugno 2022, i poteri dello Stato federale, e della sua Environmental Protection Agency (EPA), di regolare le emissioni di gas serra. “Queste decisioni suggeriscono che molte attuali normative federali superano l’autorità concessa dal Congresso ai sensi della legge”affermano i due sostenitori di Donald Trump.
“Tagliaremo i costi”ripetono i due firmatari della piattaforma, che ricordano che la loro missione dovrà concludersi il 4 luglio 2026… Vale a dire per i 250e anniversario della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Un bel simbolo.
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