Questa riforma fa parte di una dinamica di cambiamento politico dopo il colpo di stato militare del 30 agosto 2023, che ha posto fine a più di 50 anni di governo Bongo. Sono stati invitati osservatori internazionali, a dimostrazione della volontà di garantire la trasparenza del processo in attesa delle elezioni presidenziali del 2025. Tuttavia, alcuni oppositori definiscono il testo “dittatoriale”. Dovremmo considerarlo un vero processo democratico o un tentativo di consolidare il potere militare?
Le ragioni del colpo di stato del 30 agosto 2023
Il colpo di stato avvenuto il 30 agosto 2023 è seguito a un tentativo di manipolare i risultati elettorali, afferma Augustin Emane. Il potere in carica, incarnato da Ali Bongo e dalla sua famiglia dal 1967, ha annunciato una nuova vittoria nonostante i sospetti di frode, come era già accaduto nel 2009 e nel 2016. “È qui che i militari intervengono per porre fine a quella che era considerata una farsa e decidono di avviare un processo di ripristino delle istituzioni”precisa l’avvocato.
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La nuova Costituzione: un sistema presidenziale forte
Una delle prime misure adottate dai militari dopo la presa del potere è stata la stesura di una nuova costituzione, volta a rivedere il quadro istituzionale del Gabon. Questo testo propone un cambiamento radicale nella struttura del potere, passando da un regime semipresidenziale, ispirato alla Quinta Repubblica francese, a un regime presidenziale: “la differenza fondamentale è che siamo passati da un regime semipresidenziale a un regime presidenziale, dove effettivamente esiste un esecutivo forte”, insiste Agostino Emane. Tuttavia, la revisione solleva molte domande: questa nuova configurazione istituzionale consentirà di voltare pagina rispetto al vecchio regime o rafforzerà un esecutivo già molto potente?
La nuova Costituzione sarà legittima?
Alcuni rappresentanti dell’opposizione, come l’ex primo ministro Alain-Claude Billy By Nze, una figura alquanto controversa, denunciano quello che percepiscono come un regime presidenziale che potrebbe facilmente degenerare in una dittatura. Sebbene il processo di revisione costituzionale sia stato presentato come inclusivo, rimane sotto il controllo dei militari, il che alimenta le critiche sulla reale portata democratica della riforma. Tuttavia, per Augustin Emane, “il processo corrisponde a quanto annunciato dai militari, vale a dire una vasta consultazione dei gabonesi. Sono state inviate dai gabonesi 38.000 proposte. Il testo riprende quanto emerso dai contributi in questione”.
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