Clément Gaillard, urbanista specializzato in progettazione bioclimatica, ci spiega come adattare e costruire le città nel contesto della moltiplicazione degli eventi climatici su larga scala intorno al Mediterraneo.
Intervista condotta da Alexandra Sirgant – Città del Vaticano
Alla fine di ottobre 2024, piogge torrenziali si sono abbattute sulla regione spagnola di Valencia, provocando oltre 277 morti e decine di dispersi. Si tratta di uno dei peggiori disastri naturali che abbiano colpito la regione del Mediterraneo.
Se sono stati evidenziati numerosi fallimenti nella gestione del disastro, in particolare nell’allertare la popolazione e nell’attivare i servizi di emergenza, questo fenomeno climatico mette in discussione anche la capacità delle città mediterranee di far fronte a queste intemperie. La maggior parte delle strutture idrauliche, infatti, furono realizzate per rispondere alle piogge di cinquant'anni fa.
Come possiamo adattare le città a questi sempre più numerosi disastri climatici? Cosa si sarebbe potuto fare prima a Valencia per limitare i danni? Intervista a Clément Gaillard, urbanista specializzato in progettazione bioclimatica. È inoltre fondatore della società di ricerca e consulenza Freio, specializzata nello sviluppo di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
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