Il fortunato
Nel 2021, Parasomnia Productions ha lanciato un bando per progetti Film di genere francesi realizzabili con appena 1 milione di euro. Dopo ben 2.600 progetti ricevuti, ora sono 4 i film confermati, e 37: L’ombra e la preda è il primo a vedere la luce sotto l’egida del distributore Sony. Se questi dettagli sono necessari è per ricordare l’importanza delle strutture che mirano a promuovere l’emergere del cinema di genere in Francia, ma anche perché è difficile non guardare 37 attraverso il prisma del suo modello di produzione.
Perché sì, piccoli modi si fanno sentiresia nella modestia delle ambientazioni, nella quantità piuttosto esigua di personaggi, in un’immagine che a volte suona un po’ web e in alcuni dialoghi che avrebbero meritato un po’ di riscrittura o qualche ripresa aggiuntiva. Quando il film inizia, con un ritmo un po’ lento e uno scambio un po’ troppo scritto tra i due protagonisti (Vincent, un camionista depresso, e 37, un misterioso autostoppista potrebbe essere responsabile della morte di un altro automobilista avendo chiesto un passaggio), lo spettatore teme che inizi a pungere rapidamente.
E tuttavia, il film continua a recuperare terreno e a migliorare di scena in scenaal punto da affascinare completamente il suo pubblico. Va detto che l’impostazione del gioco del gatto e del topo è estremamente efficace, soprattutto perché aggiunge un costante ribaltamento dei problemi e l’equilibrio di potere tra i personaggi.
Scolpisci la strada
Chi è la vera minaccia? È possibile il riscatto? Costruendo il tuo scenario attornouna moltitudine di questioni morali la cui chiarezza ed efficienza sono degne di materie filosofiche da baccalaureato, il film trascina e solletica il suo spettatore più di quanto si aspettasse. Al punto da fargli accettare alcuni elementi quasi troppo crudi, il cui spessore rischia, soprattutto alla fine, di distruggere l’insieme, ma che di fatto diventano la ciliegina sulla torta di una vicenda ben condotta. E questa è la cosa reale, giusto?
Perché se abbiamo potuto criticare non pochi film di genere francesi perché troppo timidi nei loro codici, dobbiamo riconoscere che, in 37, questo intelligente equilibrio tra thriller di serie B e dramma sociale non dia la frustrante impressione di essere frutto di costrizione o convenienza. Con inventiva, uso dei colori, degli specchi, movimenti di macchina insidiosi, il regista trasforma a poco a poco il paesaggio monotono e anti-carismatico delle autostrade francesi in un luogo di reclusione e tensioneper farne lo sfondo di una dichiarazione impegnata profondamente legata alla strada stessa.
37 non rivoluzionerà il genere né sconvolgerà la vita di nessuno (a meno che…), tuttavia, il suo effetto è un piccolo pugno nello stomaco non lascerà indifferente chi lo vedrà. Idem per le interpretazioni di Guillaume Pottier e Melodie Simina, il cui anonimato serve qui ai personaggi, ma che sarebbe bello continuare a vedere sugli schermi. Menzione speciale, tra l’altro, per Agnès Sourdillon, che interpreta un personaggio secondario ma fondamentale, il cui carisma e la cui accuratezza danno la necessaria credibilità ai dilemmi morali posti dal film.
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