Lo scontro tra Perù e Argentina nelle qualificazioni ai Mondiali ha lasciato più di un 1-0 a favore dei padroni di casa. Paolo Guerrero, storico leader della nazionale peruviana, ha espresso la sua indignazione per l’arbitraggio guidato da Wilmar Roldán. L’attaccante ha criticato quello che vede come un chiaro pregiudizio a favore dell’Albiceleste, in particolare nei confronti dell’icona del calcio mondiale Lionel Messi, dicendo che veniva fischiato un fallo ogni volta che veniva toccato, anche se solo “con un dito”.
Al di là del risultato, le dichiarazioni del capocannoniere della Nazionale si sono concentrate sul trattamento riservato ai giocatori blasonati da parte degli arbitri. Mentre i falli contro i peruviani sembravano passare inosservati, ogni contatto con il capitano argentino è stato penalizzato, secondo Guerrero. Queste dichiarazioni hanno scatenato dibattiti in vari media sportivi, riaccendendo la discussione sull’influenza dei personaggi dei media sui risultati delle partite.
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Paolo Guerrero non ha nascosto il suo disappunto per quella che ha visto come una disparità di trattamento in campo alla Bombonera. L’attaccante dell’Alianza Lima ha sottolineato che l’arbitro colombiano Wilmar Roldán ha avuto un comportamento parziale penalizzando sistematicamente Lionel Messi e i suoi compagni argentini. Secondo lui, il minimo contatto con la stella argentina ha provocato un fischio.
“Se guardate bene, li abbiamo abbinati fisicamente. Non so che analisi fate o quale sia la diagnosi di questa partita, ma credo che fisicamente siamo stati all’altezza. È abbastanza difficile quando te lo dice l’arbitro” Ci hanno spinto e non è stato fischiato un solo fallo, eppure tocchi Messi con un dito e loro fischiano fallo ogni volta. Nessuno dice niente perché è Messi Predator davanti alle telecamere della Movistar Deportati.
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Oltre a evidenziare le irregolarità dell’arbitraggio, Paolo Guerrero ha colto l’occasione per riflettere sulla prestazione della sua squadra. L’attaccante ha notato che il Perù non ha giocato al massimo delle sue potenzialità e non ha avuto l’audacia di creare situazioni più pericolose contro un’Argentina che ha dominato gran parte della partita, anche se senza molta penetrazione.
“La loro pressione a centrocampo era intensa, ma avremmo potuto giocare di più, passare di più. Mi sono ritrovato uno contro uno, ho dribblato per ricevere palla, ma niente. Ci è mancato osare, d” Essere più spericolati e lasciare palla spostandoci avremmo potuto creare più situazioni perché spesso erano posizionati male, a volte potevamo tenerlo di più e non sempre rincorrerlo, ha detto Guerrero.
L’analisi dell’attaccante rivela un’autocritica necessaria in questi tempi difficili per la nazionale peruviana, che, dopo la sconfitta contro l’Argentina, è caduta all’ultima posizione delle qualificazioni al 2026. Guerrero ha sottolineato che sul risultato hanno pesato anche gli errori interni e ha chiarito che il percorso verso la qualificazione rimane disseminato di insidie.
Uno dei momenti più importanti delle dichiarazioni di Paolo Guerrero è stato l’annuncio che intende chiudere il suo ciclo con la nazionale peruviana. A 40 anni, l’attaccante ha dichiarato durante l’intervista post partita a ‘Fútbol en América’ che questa potrebbe essere la sua ultima stagione di qualificazione, suggerendo la possibilità di un ritiro dal calcio internazionale una volta terminata questa fase.
“Non so cosa succederà l’anno prossimo. Penso che i miei compagni abbiano fatto un ottimo lavoro e sono semplicemente grato a loro. Per quanto mi riguarda, non posso dirlo. È possibile che sì (è stata la mia ultima partita con la Nazionale), ma non sono un codardo, non abbandonerò la nave, ci sarò per qualunque cosa mi chieda il “professore”. Amo la mia maglia, anche se il mio Paese me lo impone “Amo moltissimo la mia gente, la mia patria”, ha detto Paolo Guerrero.
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